Puoi essere stato un grande campione in campo, puoi aver vinto due Champions League ed essere diventato Campione del Mondo con la Nazionale del tuo Paese, puoi aver lottato con la fascia da Capitano al braccio contro i più grandi giocatori della storia del calcio, spesso uscendone vincitore, puoi aver già dovuto affrontare da gladiatore mille sfide e mille momenti di crisi nella tua nuova vita da allenatore. Puoi aver fatto tutto questo, ma un giorno ti svegli e può caderti il mondo addosso e non sentire più la terra sotto i tuoi piedi. Anche se sei un combattente nato, anche se non ti arrendi mai, anche se ti chiami Gennaro Ivan Gattuso. La notizia battuta questa mattina da tutte le agenzie di stampa e poi ripresa da tutti i quotidiani sportivi e non, è di quelle terribili che lasciano senza fiato, ma soprattutto senza parole. A soli 37 anni ci ha lasciato Francesca Gattuso, sorella del grandissimo Ringhio, colonna del Milan e della Nazionale da calciatore, ex allenatore dei rossoneri ed ora, da dicembre 2019, al timone della panchina del Napoli. Francesca si è spenta dopo un malore e dopo una lotta di quattro mesi tra la vita e la morte.
Secondo l’edizione online de “La Gazzetta dello Sport”, la giovane donna soffriva di una rara malattia che non è stato possibile curare nonostante diversi interventi chirurgici, l’ultimo proprio ai primi di febbraio. Proprio il 3 febbraio, infatti, mentre Gattuso era impegnato con il suo Napoli a Genova contro la Samp, sua sorella ha avuto un malore che l’ha costretta in ospedale a Varese. Il Mister non partecipò alla conferenza stampa post partita e si fiondò in ospedale. Da allora Francesca ha passato un lungo periodo in ospedale, tra la terapia intensiva e la corsia, senza mai poter uscire. Il lungo lockdown ha privato Rino della possibilità di poter stare al fianco della sorella. Proprio di questa rara malattia di cui soffriva Francesca, non si è mai saputo nulla perché Rino è sempre stato un uomo che non ha mai mischiato vita privata con vita professionale, cercando di far parlare il meno possibile di sé al di fori del rettangolo verde. Caratteristica che evidenzia ancor di più la caratura umana di Ringhio e il suo essere campione dentro e fuori dal campo. Sicuramente non vorrà nemmeno che si parli troppo di questo gravissimo lutto, ma oggi è giusto rendere omaggio e cercare di stare vicino, anche con un pensiero e due righe, ad uno che ha sempre dato tutto per la sua maglia e per i suoi tifosi.
Un uomo che non merita questa sofferenza atroce e non meritava di vivere la perdita di un pezzo così grande del suo cuore in età così giovane. Una tragedia immane, nemmeno minimamente paragonabile alle delusioni subite nella sua vita professionale. Già, perché Istanbul passa e poi arriva Atene, gli infortuni si riassorbono e ti rialzi più forte di prima e le critiche da allenatore possono far male, ma se sei Gattuso tiri dritto e continui a lavorare a testa bassa. Ma questa no, questa non passerà così facilmente, anzi non passerà mai. Ma c’è una scelta che si può fare in questi casi e siamo certi che un uomo forte, combattivo e abituato a lottare come Rino, sceglierà di fare. Si può versare ogni lacrima che scenderà, fino all’ultima e poi raccoglierle tutte, rialzarsi e continuare a vivere, onorando la memoria di chi, come Francesca, continuerà ad amarti da qualsiasi posto in cui si troverà da oggi in poi. Puoi farlo grande Rino per Francesca, ma anche per tutta la gente che ti ama e che crede ancora in te e sarà al tuo fianco in ogni momento della tua vita. Sperando di rivederti presto su quella panchina a sgolarti e perdere la voce, al prossimo Napoli-Milan, in cui al tuo fianco ci sarà soprattutto tua sorella Francesca.