Nel pomeriggio di ieri, Alessandro Florenzi è stato ascoltato dalla Procura federale nell’ambito del caso scommesse. La Procura di Torino lo aveva iscritto al registro degli indagati con l’accusa di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa – esattamente come Fagioli, Tonali e Zaniolo – e due settimane fa era stato interrogato. Davanti ai pm, il giocatore del Milan aveva ammesso di aver giocato a poker e blackjack su piattaforme illegali, negando però di aver mai puntato sul calcio. Concetto ampiamente ribadito ieri davanti al capo della Procura Figc, Giuseppe Chinè.

Stando a quanto riferito dall’edizione questa mattina in edicola de La Gazzetta dello Sport, l’audizione di Florenzi ha sorpreso tutti perché, alla luce di quanto accaduto in precedenza, non ci sarebbe dovuta essere. Se Fagioli e Tonali avevano chiesto di essere ascoltati per confessare di aver scommesso anche sul calcio, violando dunque l’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva, Nicolò Zaniolo aveva dichiarato a Torino di non aver mai fatto puntate sul proprio sport: nessuna violazione sportiva, nessuna audizione davanti a Chinè.

Allora perché Florenzi è stato chiamato, si chiede la Rosea? Due le versioni: da quanto risulta la Procura avrebbe scelto di sentirlo perché da Torino non era arrivata la comunicazione scritta, ma c’era stata anche una comunicazione orale. C’è però anche l’ipotesi molto concreta che il nome di Florenzi sia stato tirato in ballo da uno dei due giocatori coinvolti, in particolare dall’ex compagno di squadra al Milan Sandro Tonali, oggi al Newcastle. Non sarebbe stato lui a parlare spontaneamente del rossonero, ma potrebbe aver fatto il suo nome di fronte a una domanda diretta del procuratore a fronte di una chat.

A quel punto ascoltare Florenzi era praticamente un «atto dovuto». La posizione di Florenzi è stata comunque chiarita. Il giocatore è si è presentato a Roma ed è stato sentito per poco più di dieci minuti, in cui ha ribadito quanto detto Torino: ha fatto puntate su piattaforme illegali in giochi come roulette, poker e blackjack, ma non ha mai scommesso sul calcio. La sua versione, già ritenuta attendibile dalla Procura di Torino, avrebbe convinto anche Chiné che dovrebbe dunque procedere con l’archiviazione. L’avvocato del milanista, Gianluca Tognozzi, ha affermato: “Florenzi ha dichiarato che non ha mai puntato sul calcio. Con quest’ultimo passaggio credo che il suo coinvolgimento nell’inchiesta sia concluso”.