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Florenzi: “C’è stato un momento in cui volevo mollare tutto, Pioli mi sprona sempre a fare di più, come Conte. Tra Europeo e Scudetto…”

Alessandro Florenzi è intervenuto ai microfoni di StarCasinò Sport e Carlo Pellegatti raccontando i difficili mesi dell’infortunio e ripercorrendo un po’ tutta la sua carriera.

Contro il Tottenham – ha detto – i ragazzi hanno fatto una prestazione importante, una prestazione che serviva a tutto il gruppo. Abbiamo passato tutti insieme dei momenti non facili, anche io che ero fuori ho provato ad aiutarli e dare quello che potevo dare. La squadra ha fatto una partita sontuosa, tra poco ci sarà il ritorno e dobbiamo impegnarci ancora di più per continuare questo sogno. Mi è mancato tanto il Milan e spero di essere mancato anche io alla squadra. È stato un infortunio muscolare che difficilmente si vede in questo sport. Le prime settimane non sono state facili, ero molto sconfortato. Ci sono stati alcuni momenti in cui volevo mollare tutto: mi sono chiuso, circondato dall’affetto della famiglia – la cosa per me più importante – che mi ha aiutato a uscire dal loop mentale. Poi quando ho rivisto il campo e il pallone è tornata la voglia di ripartire“.

Siamo partiti con l’obiettivo di vincere lo scudetto, quello della seconda stella come avevamo programmato alla fine della scorsa stagione. Ovviamente ci sono anche gli avversari: qualora il Napoli continuasse con questo ritmo, saremmo i primi a fargli i complimenti. Poi ci siamo fissati il secondo obiettivo: la qualificazione alla prossima Champions League, vogliamo farlo da secondi in classifica, vedremo. Faremo di tutto per rivivere serate come quella con il Tottenham. C’è il rischio di rimanere fuori, è quello che cercheremo di evitare. Cerchiamo di fare di tutto per evitare rimpianti. Gennaio è stato un mese in cui non siamo riusciti a trovare la giusta motivazione per fare di meglio. Si sono dette tante cose, alcune ci hanno fatto anche ridere. Hanno avuto tanta fantasia su alcuni nostri compagni ma ci siamo fatti una risata e siamo andati avanti. Napoli? Aveva già fatto bene l’anno scorso. Ho un ricordo positivo di Spalletti, ho vissuto con lui anni bellissimi nonostante gli infortuni. Ho tanta stima per l’uomo e per l’allenatore. Il segreto del Napoli sta nell’avere un mister capace di far esprimere i giocatori appieno“.

Ad agosto 2021 ero fuori rosa con la Roma, la squadra che mi ha cercato di più è stata il Milan. Avevo un grande rapporto con Massara, con Maldini mi avevano cercato già quando stavo andando a Valencia. Poi è arrivata la grande occasione del Paris Saint-Germain. Mi hanno cambiato profondamente, a Roma stavo in una campana di vetro, è cambiato tutto. Un altro spogliatoio, un’altra lingua…Valencia e Parigi mi hanno dato tutto. Umanamente mi hanno insegnato tanto. Il mio primo gol con il Milan mi ha dato una gran bella emozione, volevo lasciare il segno. Quella punizione non era bella, ma l’importante è che sia finita dentro. Il gol a Verona ha levato le castagne dal fuoco, venivo dall’infortunio al ginocchio e ho fatto di tutto per esserci anche rischiando, sapevo l’importanza della partita. Poi è arrivata Sassuolo, in quello stadio ho avuto il mio primo infortunio al ginocchio e poi questo di settembre, ma ho vinto lo scudetto e fatto l’esordio in Nazionale da capitano. È un campo che mi ricorda gioie e dolori ma lo scudetto è stata un’emozione indescrivibile“.

Riscattami Paolo? È stata una cosa goliardica ma ci tenevo tanto. Già da prima dello scudetto erano stati fatti dei passi in avanti per il mio riscatto, era quasi tutto fatto. C’era volontà comune di continuare insieme. I ragazzi sono stati bravissimi con me, tanti li conoscevo già, Mike con il Lille mi aveva levato lo scudetto. Io parlo tanto, sono estroverso e mi sono integrato molto facilmente nello spogliatoio. Tanti giovani osservano noi più esperti e rubano tanto con gli occhi, come facevo io. Ho avuto l’esempio di Totti e De Rossi. Con Pioli sono cresciuto tanto, mi ha insegnato a tirare fuori il meglio di me in ogni allenamento, non risparmiarmi mai. Ti sprona con le parole e con gli sguardi a non mollare mai, mi era capitato anche con Conte in Nazionale. Sa usare bene bastone e carota, se non stai andando bene te lo dice. Differenza tra Europeo e scudetto? La più grande è che una è arrivata in un mese e una in un anno, i gruppi erano molto simili. Né con l’Italia né con il Milan eravamo favoriti ma queste sono le vittorie più belle. Si sentiva nell’aria, sia con l’Italia che con il Milan. Nelle ultime partite della scorsa stagione potevamo accontentarci anche di un pareggio ma abbiamo sempre giocato come se fossero le partite della vita“.

“Faccio un po’ fatica – conclude – a parlare di Gianluca Vialli, ha lasciato un grande vuoto, un grande ricordo, solamente belle cose. Non ci ha mai fatto pesare la sua malattia. Aveva un grande pregio, dire la cosa giusta al momento giusto, come se ti leggesse nella mente. Il giocatore che mi affascina di più in Europa? Marco Verratti, ci ho giocato in Nazionale e al PSG, quando sta bene gira tutto diversamente. Il tiro al volo? È nato tutto al centro sportivo dove aveva il bar mia mamma. Mi ritengo bravo a calciare al volo, ma c’è uno più bravo di me: Fabio Quagliarella, giocatore fantastico sotto tanti punti di vista e per questo aspetto è uno dei più forti. Ma vi racconto da dove nasce la leggenda del mio tiro al volo. Cosa farò dopo che smetterò? Nel mondo del calcio non ho idea. Fuori si”.

Milan: Stefano Pioli, Alessandro Florenzi (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Stefano Pioli, Alessandro Florenzi (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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