Giovanni Galli è stato un giocatore sia della Fiorentina che del Milan, prossime avversarie in campionato. L’ex portiere ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, nella quale ha parlato della gara di questo tardo pomeriggio e del momento dei rossoneri.
Sull’uscita dall’Europa League: “Quando esci a testa alta, e il Milan è l’unica italiana che può vantarsene, devi cogliere gli spunti che la partita ti ha dato. Il Milan si è dimostrato squadra viva, nonostante le assenze, con grande spirito di sacrificio da parte di tutti. Quando questo succede l’allenatore deve essere fiero della risposta che ha avuto: è un Milan pericoloso per questo, sa raccogliere anche le ultimissime energie che ha per portare a casa il risultato“.
Sulla reazione della squadra: “La squadra ha sempre saputo rialzarsi: dopo una partita no, in quella successiva torna a impressionare positivamente. Il senso del gruppo significa tanto: ho visto Calabria mezzala, Kessie e Ibra scambiarsi i rigori, Romagnoli star fuori e poi rientrare da migliore in campo. Ovviamente c’è dell’altro: una squadra tecnicamente e umanamente molto valida, da Kjaer a Ibra, da Kessie a Calhanoglu, e un allenatore bravissimo“.
Su Pioli: “In entrambe le situazioni Pioli si era posto come riferimento. I giocatori gli vogliono bene davvero, è una persona e un allenatore credibile, che vive il rapporto con la squadra. Se ti arrabbi, e penso a quando Ibra non gradiva qualche sostituzione, passa subito perché riconosci che tutto ha una logica: questo vuol dire gestire bene lo spogliatoio. Non sarà Guardiola ma di Pep ce n’è uno, come di Messi o Ronaldo. Nel calcio esistono dei valori e Pioli è un valore assoluto, come persona e come professionista“.
Sullo scudetto: “L’Inter resta una macchina da guerra, e lo pensavo anche quando era Conte a inseguire. In più la Juve è destinata a rientrare in corsa per i primi posti, il Napoli per il livello della rosa dovrebbe essere molto più avanti. La corsa Champions ha già grandissima concorrenza“.
Sulla sfida Fiorentina-Milan: “Gigio è il miglior portiere italiano e tra un paio d’anni sarà il più forte al mondo. Vale il ragionamento su Messi e Ronaldo: esemplari unici. E la differenza dagli altri, Dragowski in questo caso, si nota. A Vlahovic do un consiglio: è il primo anno che si esprime a certi livelli, aspetterei a fare il triplo salto in una big come il Milan. A meno che, come mi auguro, la grande squadra dove possa consacrarsi non diventi proprio la Fiorentina“.
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