Nella giornata di oggi è uscita l’intervista a Filippo Galli alla Gazzetta dello Sport. Diversi i temi trattati dall’ex difensore del Milan, che ha inquadrato il Derby di Milano così: “Un risultato che va oltre i demeriti della squadra. Onore al merito dei vincitori e no al disfattismo“.
Dunque non è stato un ridimensionamento?: “È un momento di difficoltà, su questo non si discute. Ma le ultime cadute non possono cancellare quanto di buono il Milan ha fatto vedere nei mesi scorsi“.
Il calo però è vistoso. Come se lo spiega?: “A un certo punto, nell’opinione comune il Milan è passato da una categoria all’altra: prima era una squadra che andava oltre le aspettative, poi è diventata una candidata credibile per lo scudetto. La consapevolezza di essere considerati una pretendente al titolo può aver generato una responsabilità eccessiva nei giocatori. Ricordiamoci che parliamo di una squadra con l’età media bassissima“.
C’è il rischio che, dopo tanto entusiasmo, un gruppo così giovane si deprima?:“Sarà fondamentale il lavoro di Pioli e quello dei “saggi” nello spogliatoio, saranno loro a dover riaccompagnare i più giovani verso la serenità dei mesi passati. Penso a Ibra, Kjaer, ma anche a Romagnoli: l’età pesa ma pure il numero di partite giocate con quella maglia”.
Dopo il derby è finito in croce, mentre Tomori cresce. Meglio mandarlo in panchina per qualche partita o preservare gli equilibri?: “Romagnoli non è solo il capitano, ha sempre dato un grande apporto in termini di continuità. È una decisione che dovrebbe tener conto di tutto, non solo del presente”.
Nove dei 12 gol presi in questo 2021 sono arrivati contro Juve, Atalanta e Inter. La difesa del Milan soffre le big?: “Soffre le situazioni in cui rincorre, quando devi recuperare uno svantaggio ti scopri. Prendete il derby: il gol di Lautaro dopo 5’ ha creato le condizioni ideali per loro, bravissimi a sviluppare in velocità. Romagnoli è andato in crisi con Lukaku in campo aperto, sono saltate le marcature preventive e si è trovato in quella situazione”.
Il centrocampo è in apnea. A Pioli serve un piano B?: “Magari ci ha pensato, ma non è facile cambiare: devi poter provare, tra infortuni e impegni ravvicinati al Milan è quasi impossibile. Aspettiamo e stiamo a vedere. Una mediana a 3 forse può essere una soluzione per avere più controllo, ma il doppio play ha dato garanzie, qualcuno come Calhanoglu ha fatto la differenza proprio grazie al 4-2-3-1. Il Milan ha il suo stile, è anche così che ha certificato di poter ambire allo scudetto”.
Obiettivo ancora possibile?: “Il traguardo è quello dichiarato da società e allenatore, arrivare in Champions. Ma con uno sguardo allo scudetto. Chiaro che l’Inter ora è la favorita, ha una regolarità incredibile. Il derby può fare da propulsore”.
E non gioca le coppe. L’Europa League: opportunità o fastidio?: “Porta via energie ma il Milan deve avere una dimensione internazionale“.
La crisi di risultati inciderà sul nodo rinnovi?: “Uno come Donnarumma sa dove vuole arrivare il Milan, e sa anche che una volta tornati su certi palcoscenici c’è bisogno di attori protagonisti”.
Che idea si è fatto della vicenda Ibra-Sanremo?: “Oggi non possiamo più considerare i grandi club solo come squadre di calcio, sono aziende di intrattenimento. Mandare Ibra a Sanremo significa anche portare il Milan nel mondo. Capisco che i tifosi fatichino ad accettarlo, ma la sostenibilità passa anche da scelte strategiche”.
Zlatan in Riviera e gli altri a Milanello in una fase delicata: “A lui si può concedere qualche giorno di allenamento a distanza: i compagni sanno che Ibra restituirà tutto in campo, sanno come lavora. Non penso che saranno contrariati”.