L’ex giocatore rossonero Gianluca Zambrotta ha rilasciato un’intervista al podcast ideato da Milan TV Unlocker Room raccontandosi tra aneddoti del passato e le prospettive future dei giovani d’oggi. Le parole:
La Juventus prima del Milan: “C’erano sia il Milan che la Juventus che mi volevano in quel momento. Io ricordo ancora quando rivedo Galliani, noi parlammo anche con il mio procuratore, la mia famiglia, ma poi arrivò la Juventus, offrì di più e andai comunque lì nella stagione 1999/2000. Quindi c’è stata possibilità di andare al Milan ma arrivò poi la Juventus che offrì molto molto di più”.
L’arrivo al Milan: “Io il Milan l’ho voluto, lo volevo anche quando poi sono andato al Barcellona, parliamo di una squadra forte che da lì in avanti ha vinto tantissimo con Guardiola. Io potevo rimanere lì benissimo e fare un altro tipo di carriera. Ho scelto di tornare in Italia ed andare al Milan, l’ho fortemente, e insomma non rinnego assolutamente la mia storia con il Milan perché è stata una grande famiglia, un grande club, l’ultima grande squadra per la quale io ho giocato e la terrò sempre nel mio cuore. Avevo la necessità di tornare in Italia per motivi personali. Tramite poi i vari Gattuso, Nesta, Pirlo comunicai di avere voglia di tornare in Italia e quindi la priorità era comunque quella di tornare in una grande squadra come il Milan”.
Il calcio cambiato e i giovani d’oggi: “Io ricordo che prendevo i “cazzotti” dai più anziani, quindi non credo che sia come adesso. Io dovevo solo stare zitto, pedalare, abbassare la testa e lavorare, punto. Non potevo fiatare, non potevo dire nulla, sennò erano mazzate. Era anche un modo per lavorare di più, per essere umile. Secondo me era più difficile allora che adesso. Una difficoltà che vedo nei giovani è sicuramente la parte social che diventa complicata da gestire, ma anche i procuratori che sono più presenti. Insomma, ci sono tante differenze rispetto a prima”.