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Marsiglia, Gattuso: “Ho sempre pensato di diventare allenatore. Dopo una sfida da giocatore contro il Barcellona ho iniziato…”

Gennaro Gattuso ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano L’Equipe nella sua edizione odierna per parlare della sua esperienza al Marsiglia finora, ma anche del suo percorso da allenatore.

Sulla carriera da allenatore: “Ho sempre pensato a questo futuro, sì. E quando avevo circa 27/28 anni, abbiamo giocato contro il Barcellona di Xavi, Iniesta, Ronaldinho, Messi. Mi è successo qualcosa. Abbiamo corso per novantacinque minuti, ho corso una maratona ogni volta che ho giocato contro di loro e ho toccato la palla tre o quattro volte. Non capivamo cosa ci stesse succedendo. Ci chiedevamo perché, quando eravamo in sette o otto dietro la linea della palla ad aspettare il pallone, non lo recuperavamo mai! Noi avevamo quattro difensori, loro un falso nove e avevano la superiorità numerica ovunque! Cominciai a capire perché la nostra mentalità di allora non ci dava i risultati sperati. È stato allora che ho iniziato a interessarmi al problema, a studiarlo, ad approfondirlo“.

Sui suoi mentori: “Una volta ho aspettato fuori dal centro di allenamento del Bayern per tre giorni, sperando che arrivasse la macchina di Guardiola!! Non avevo chiesto nulla a nessuno, perché non mi piace chiedere favori. Mi ha riconosciuto quando finalmente ci ha incrociato, ma è stato dopo due giorni. Era così freddo con Gigi (Riccio, il vice, ndr)! Certo, ho preso delle cose da alcuni degli allenatori che ho avuto. Carlo Ancelotti è un tuttologo: riesce a entrare nella testa di tutti, il che è un dono incredibile. Marcello Lippi non ti lasciava fare nulla, ti inculcava la paura e dovevi comportarti bene altrimenti non facevi parte della sua squadra. Due metodologie completamente diverse, due vincitori. Ho avuto Walter Smith, quando avevo 17 anni, un allenatore di una gentilezza e di un’educazione incredibili, ma quando il suo cervello andava in tilt, poteva diventare il peggior criminale di Glasgow. Ho avuto Alberto Zaccheroni, che era un mostro di tattica e che ti spiegava ogni dettaglio della partita, ma a cui forse mancava quel qualcosa in più per trasmettere la motivazione. Tutti mi hanno lasciato qualcosa“.

Gennaro Gattuso - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Gennaro Gattuso – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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