L’ex centrocampista del Milan Demetrio Albertini, insieme al suo ex compagno Roberto Donadoni, si è raccontato a StarCasinò Sport. Queste le sue parole:
Sul Milan degli imbattibili: “È stato bello perché potevamo uscire in città senza che nessuno ci contestasse. Credo che quella squadra aveva una grande qualità, saper ripartire sempre da zero senza pensare a ciò che era successo prima, non una settimana dopo ma già il giorno dopo in cui si iniziava a lavorare per la partita successiva. Questo ci ha permesso di avere una consapevolezza incredibile nei nostri mezzi. Il Milan è iniziato con Capello e poi proseguito con Sacchi, ci sono stati anche diversi innesti ma gli italiani sono sempre rimasti. Poi dipendeva molto da quello che noi trasmettevamo agli avversari, loro giocavano per il pareggio, cercavano di non perdere o non prendere più di 2-3 gol. Anche questo è contato molto perché il nostro gioco, la nostra qualità e la nostra determinazione mettevano timore agli avversari prima di scendere in campo“.
Sullo scudetto del centenario: “In tutti gli anni in cui ho giocato al Milan si partiva per vincere qualcosa ed in poche occasioni abbiamo avuto paura di perderle queste nostre finali, anche se alla fine gli insuccessi sono stati troppi. Nel 1994 ci davano per spacciati questo perché a volte le considerazioni superficiali del calcio non rispecchiano la realtà. Lo scudetto, essendo una competizione a tappe, richiede costanza e un immediato recupero dei contraccolpi causato da qualche sconfitta di troppo. Siamo arrivati alla partita con la Sampdoria in casa che ha decisamente svoltato la stagione. Se si va a rivedere ciò che è accaduto, è chiaro che ci siano stati episodi, negli ultimi dieci minuti, che hanno segnato. Sbagliano gol loro, batte il calcio d’angolo Ambrosini che prima di allora non ne aveva mai sbagliato uno, Ganz in sforbiciata, schiena dell’avversario e il pallone va in rete all’ultimo secondo. Da lì in poi abbiamo infilato tutte le sfide, pensando di potercela fare. Nonostante in quel momento fossimo ancora dietro. Difatti, ricordo che quel successo è stato festeggiato per otto o dieci giorni consecutivi”.
Confronto tra 1994 e 2022: “Il paragone con l’ultimo scudetto vinto dalla squadra di Pioli è pertinente per un motivo: si è fatto il massimo, sperando in un piccolo inciampo della diretta avversaria ed in quel frangente ti sei fatto trovare pronto. Tuttavia, le strutture erano un po’ diverse”.
Il centrocampista oggi: L’interpretazione del centrocampista è cambiato molto negli anni. Nello specifico il centrale adesso si sposta molto invece noi eravamo più fissi nella nostra posizione, per fare un paragone attuale potrei citare Busquets“.
Sul calcio europeo: “Il Manchester City mi piace molto. Trovo che Guardiola riesca a cambiare l’assetto di una squadra e renderla vincente. La rosa, seppur molto talentuosa, che ha trovato in Inghilterra è molto diversa da quella del Barcellona. Eppure è riuscito a renderla vincente adattandosi alle caratteristiche dei suoi giocatori“.
