Maturità e profondità di rosa, soprattutto dalla cintola in su. Sono queste le caratteristiche principali che emergono dal Milan in questi primi 270 minuti di Serie A. La maturità è quella che si è vista ieri sera a San Siro, dove i rossoneri hanno battuto praticamente “in ciabatte” un avversario, il Bologna, che lo scorso anno ha fatto sudare non poco il Diavolo, sia all’andata che al ritorno. I ragazzi di Pioli hanno rischiato assolutamente nulla, mandando il proprio motore va al minimo dei giri necessari a trovare i due gol, senza affannarsi più del necessario.
Il Milan, dunque, ha confermato la sua continuità di risultati: ha vinto in tranquillità le due gare “da vincere” in casa e ha pareggiato la complicata sfida in casa dell’Atalanta. Non perde dal 17 gennaio, e non ha avuto alti e bassi in questo anomalo inizio stagione di metà agosto: il suo equilibrio nelle prestazioni, magari non sempre scintillanti ma sempre e comunque abbondantemente convincenti, fa ben sperare noi tifosi che il Diavolo possa candidarsi per un’altra stagione da protagonista. I Milan, del resto, segue il suo spartito, ha delle evidenti certezze, sa cosa deve fare in campo, proseguendo nel solco tracciato lo scorso anno.
Milan, quanta abbondanza là davanti
E qui entra in gioco l’altro grande pregio citato in principio: le armi offensive a disposizione di Pioli. Sembra quasi che il Milan non riesca a non produrre, non riesca a non rendersi pericoloso, non riesca a non segnare, proprio perché davanti ha tanta, ma tanta qualità. E questo, nonostante a destra sarebbe comunque stato opportuno che fosse arrivato qualcuno. I nuovi si sono aggiunti perfettamente ai “vecchi”, ed oggi Pioli – quando a gara in corso si volta verso la propria panchina – sa di avere l’imbarazzo della scelta in quanto alle sostituzioni. Ieri sono subentrati Adli e Saelemaekers, ma c’erano anche Diaz, Rebic ed Origi, senza considerare che in rosa c’è anche il lungodegente Ibrahimovic.
E la ciliegina sulla torta arrivata dal mercato sembra molto dolce: Charles De Ketelaere ha infatti mostrato sprazzi di gran classe. Certamente può e deve migliorare nella corsa e nella dinamicità, e nel fatto di dover entrare con più continuità nell’azione, ma che abbia piedi vellutati e veda il gioco ben oltre la media non c’è dubbio. Il talento c’è e la fisicità con cui occupa gli spazi dà la netta sensazione che, una volta entrato in campo, non uscirà più. A meno, ovviamente, di turnover, un’esigenza imprescindibile da qui alla pausa per i Mondiali. Già a cominciare dalla sfida di dopodomani contro il Sassuolo, dove – a detta dei primi rumors – Pioli potrebbe cambiare tutti i quattro uomini offensivi visti dal primo minuto ieri. Cosa dicevamo a proposito della profondità nel reparto offensivo?