Da sosta a sosta, il Milan ne esce con le ossa rotte e l’unica magra consolazione che riguarda esclusivamente il girone di Champions League: nello specifico, la vittoria contro il Paris Saint-Germain che ha permesso ai rossoneri di riaprire i giochi. Esatto, si tratta di magra consolazione, che non verrebbe definita tale nel caso in cui in campionato le cose fosse diverse. Ma l’ultimo pezzetto di percorso parla chiaro. Il Milan è passato in appena quattro settimane (o addirittura meno) da +2 sull’Inter e vetta della classifica, ad un distacco di -8 dai nerazzurri.
Milan, impari dai tuoi errori oppure no?
Tra una sosta per le nazionali e l’altra, i rossoneri hanno raccolto soltanto due punti in quattro partite. Due sconfitte a San Siro contro Juventus e Udinese. Due pareggi, in trasferta e fotocopia, arrivati contro Napoli e Lecce. Entrambe le volte in questi due incontri il Milan è riuscito a mettere in campo un grande primo tempo, siglando lo 0-2 che sembrava poter aprire le strade verso la vittoria. Il risultato? Due partite molto simili, che si specchiano l’un l’altra. Un Milan consapevole e voglioso di aprire e chiudere la pratica in appena 45′, disputa due ottimi primi tempi: produce tanto, rimane in attacco, soffre il minimo, segna due gol e sfiora addirittura il terzo. Poi subentra l’oramai consueto blackout che preoccupa tanto, e che ha portato al 2-2 finale sia contro il Napoli al Maradona che contro Lecce al Via del Mare.
In più, la potenziale beffa che ha rischiato di portare addirittura alla doppia sconfitta: Kvaratskhelia prima, che sul gong e con il Napoli in 10 uomini ha l’occasione del vantaggio, che viene neutralizzata da Mike Maignan. Roberto Piccoli due settimane dopo, che nella sfida di Lecce calcia da casa sua riuscendo a trovare uno straordinario gol, annullato poi dal VAR per un fallo commesso su Thiaw.
Napoli e Lecce, trasferte a specchio che per il Milan sono sinonimo di “come non correggere gli errori già fatti”. Ma adesso il tempo non c’è più, resta solo la speranza di aver capito, per davvero, una volta per tutte.