E pensare che Lorenzo de’ Medici, 531 anni prima, aveva messo in guardia Gigio Donnarumma: «Del doman non v’è certezza». Ok, forse il Magnifico non stava proprio pensando all’ex estremo difensore del Milan quando compose la sua Canzona di Bacco, ma di certo le sue parole ci aiutano per fare un po’ di chiarezza su una vicenda che ha vissuto mesi torbidi e, per certi aspetti, anche tristi e cupi. Gigio Donnarumma, lo sappiamo, ha deciso di lasciare il Milan a parametro zero: lui che si è sempre dichiarato tifoso rossonero, che con quella maglia ha vissuto sin dalle categorie giovanili, ha deciso di non far guadagnare nemmeno un euro alla sua società del cuore prima di lasciarla. Scelta bizzarra, che cozza con l’idea di ‘squadra del cuore’, con frasi tipo ‘sarò sempre tifoso del Milan’ e via discorrendo. Ma ognuno fa le sue scelte, giuste o sbagliate che siano.
La scelta del Milan di dire addio a Gigio Donnarumma
Ecco, le scelte. Caro Gigio Donnarumma, alla fine la tua scelta ti ha arricchito, il tuo conto in banca lievita che è una bellezza e il tuo agente, Mino Raiola, gongola per le sue laute commissioni. Ma tu ti trovi costretto a mangiare baguette e bocconi amari all’ombra della Torre Eiffel e a marcire in panchina in una squadra dove sei uno dei tanti e sei il secondo di un portiere della Costa Rica (la Costa Rica, ci rendiamo conto!). A rincarare la dose, caro Gigio, ci ha pensato il collega di Sky Sport Gianluca Di Marzio, uno che di calciomercato vive da una vita (anche due, considerando anche quella di papà). Il quale, dialogando di YouTube con Carlo Pellegatti, ha precisato: «Non so quanti tifosi del Milan se lo ricordano, ma Donnarumma dopo Bergamo piange perché sa già che quella sarà la sua ultima partita in rossonero». E perché tutto questo? Perché «… nei giorni precedenti gli era stato detto che era già stato acquistato un altro portiere. È stata una decisione del Milan di non aspettare. Donnarumma voleva aspettare la certezza della qualificazione in Champions League, perché lui voleva partecipare alla Champions. Ma il Milan non poteva aspettare, perché rischiava di perdere Maignan a causa dell’inserimento della Roma. Il gol a sorpresa l’ha fatto il Milan: non ha aspettato la Champions, il portiere l’ha chiuso prima. Secondo me, il lunedì dopo Bergamo, se Gigio fosse stato chiamato in sede avrebbe firmato con il Milan».
Mino Raiola fa il suo lavoro, Gigio no
E proprio qui, mio caro Gigio, l’asino non casca, ma proprio si sfracella al suolo. Non pensare minimamente ad una retromarcia, non provare a bussare alla porta di Casa Milan. Chiama chi vuoi, chiama Paolo Maldini, Frederic Massara, Ivan Gazidis e se serve anche Paul Singer. Ma che questo non si venga a sapere, che i tifosi non percepiscano che tu hai voglia di tornare. Perché nessuno, ad oggi, ti accoglierebbe: né a braccia aperte, né a pedate proprio lì, nella parte bassa della schiena (molto bassa direi). No, la storia d’amore di Gigio Donnarumma si è interrotta quando l’ex 99 rossonero ha deciso di assecondare in tutto e per tutto il suo agente, quel Mino Raiola al quale ben poco si può dire, anzi. Lui fa il suo lavoro, cerca di guadagnare soldi e di farne guadagnare ai suoi assistiti. C’è riuscito? Sì. Bene, ha fatto bingo.
“Del doman non v’è certezza”, il no categorico al ritorno di Donnarumma al Milan
E ricordati, caro Gigio con la baguette sotto l’ascella e i bocconi amari da degustare sotto la bellissima Torre Eiffel, quello che diceva sempre Lorenzo il Magnifico: «Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!». Già, perché non sarai sempre giovane e forte, non sarai sempre ‘il miglior portiere al mondo’ (quella mezza papera con la Svizzera ci stava costando il mondiale…), non sarai sempre sulla cresta dell’onda. Si vive una volta sola, ma su una cosa Lorenzo si sbagliava: «Del doman non v’è certezza». Per te una certezza, invece, esiste: il tuo futuro, almeno quello prossimo, non potrà più essere al Milan.