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Donadoni: “Fui vicino ad allenare il Milan nel 2019, dopo l’esonero di Giampaolo. Pulisic? Mi somiglia”

Roberto Donadoni, storica figura rossonera, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Ecco cos’ha detto sulla sua vita da calciatore e allenatore, per poi concludere parlando del Milan odierno.

Il suo passaggio al Milan:Bortolotti, presidente dell’Atalanta, aveva deciso di vendermi alla Juve ma io, supportato dal d.s. Previtali, spinsi per il Milan. Tifavo per loro…“.

La partita più bella del suo Milan:La finale di Coppa Campioni ’89 con la Steaua. Abbiamo giocato partite migliori e battuto avversari più forti, ma quello è lo spartiacque che ci ha proiettato in un’altra dimensione: li facemmo sembrare mediocri. E non lo erano“.

Un litigio con Sacchi:Arrigo era molto esigente, si sa, aveva questa tendenza a pilotarti in partita. E se giocavi sulla fascia vicina alla panchina… Una volta mi martellò senza sosta durante un’amichevole. Gli dissi: ‘Mister, almeno oggi mi puoi lasciare tranquillo…?’“.

Vicino ad allenare il Milan:Nel 2019, dopo l’esonero di Giampaolo. Mi chiamò Boban ma io ero allo Shenzhen, non me la sentii di lasciare in corsa. Sono una persona di parola. Nel ’96 ero in scadenza col Milan: mi proponevano un anno, io ne chiedevo due e mi accordai con i New York Metrostars. Feci un buon Europeo e Galliani mi chiamò: ‘Ti offriamo altri due anni’. Andai negli Usa. Nel 2017 Tavecchio mi chiamò per il dopo Ventura. Ero in ufficio con Fenucci e Bigon, lo misi in vivavoce: ‘Presidente, la ringrazio ma ho un impegno col Bologna e voglio onorarlo’“.

Compagno più forte ed avversario più fastidioso:Van Basten il top. Di botte ne ho prese tante… Beppe Baresi, Conte, Vierchowod. E Bruscolotti: mi diceva ‘se superi la linea di centrocampo ti spacco una gamba’“.

Presidenti a cui è legato:Berlusconi, esempio professionale e umano. E Spinelli: a Livorno ci fu qualche incomprensione, tutto appianato negli anni. Ogni tanto mi chiama: ‘Io non capisco, come fa uno bravo come lei a essere senza squadra?’“.

Derby a cui è più legato:Il secondo che giocai. Berlusconi aveva preso Galderisi ma Liedholm gli preferiva Virdis e Hateley. Galderisi, che voleva giocare a tutti i costi, per capire che aria tirava senza passare da Liedholm interpellò il mago Maggi, al quale il mister era legatissimo. Alla fine giocarono tutti e tre e vincemmo 2-1“.

Il derby del 16 settembre:Non so come finirà, ma so che durerà tutto l’anno: Milan e Inter sono strutturate per scudetto e Champions. I nerazzurri hanno più consapevolezza, il Milan ha l’intraprendenza dei nuovi, che mi piacciono tutti, Reijnders, Loftus-Cheek…“.

Pulisic come Donadoni:È determinante, gioca ovunque, eccelle nell’uno contro uno, ti punta e ti salta. E segna dei gran gol, come a Bologna. Un po’ alla Donadoni, sì“.

Milan: Christian Pulisic
Milan: Christian Pulisic

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