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Quando il direttore sportivo è un talent scout: l’ascesa di Geoffrey Moncada per garantire un futuro al Milan

Lo sport è talmente mainstream da riuscire a diventare oggetto di studi anche per le case dei vocabolari. In Italia, come in altre parti nel mondo, è semplice trovare qualcuno che finisca un compito o consegni un documento in Zona Cesarini, e magari nel mentre raggiungere il cestino buttando via la brutta copia con un movimento di polso perfetto urlando: “Kobe!”. Lo abbiamo fatto tutti una volta. E poi, se la cartaccia rimbalza sul muro, fai pure tabellone. 

Qualche dizionario si è adattato, ed il volgo ha deciso di parlare così. Ogni tanto qualcuno la commette una Balotellata. Ed in Germania c’è chi ha ammirato il comportamento di Chiellini durante Euro 2020, coniando il termine “Chiellinigkeit“: effettuare delle mansioni con serietà, ma senza perdere il sorriso. Il vocabolario rossonero si è aggiornato con un termine che da quest’estate sarà un super trend, la Moncadata.

CHI È GEOFFREY MONCADA: NON UN ROBOT ANALITICO…MA UN SEMPLICE APPASSIONATO DI CALCIO

C’è chi prova a cercarlo sui social, ma senza riuscirci. No, non c’è proprio sulle piattaforme online (solo su LinkedIn), e forse è meglio così. Opera nell’ombra come i supereroi, ma che risultati porta alla luce…

Si chiama Geoffrey Moncada, è del 1986 e non è di certo l’uomo più conosciuto nel mondo del calcio. Da sempre appassionato di scouting, ha iniziato alla tenera età dei 19 anni a inviare dati e curriculum delle prossime stelle ad agenti professionisti. Il Monaco si accorge di questo ragazzo e lo assume quando compie 29 anni, assicurandosi un buon pezzo di scudetto francese 2017, quello di Mbappé…scoperto da lui. Moncadata, appunto, ovvero giocatori segnalati con anni di anticipo.

Dopo la parentesi nel Principato, il Milan fa di tutto per ottenere questo suo database, e ci riesce al termine del 2018. Molti nomi sul taccuino da quando frequenta gli uffici di Casa Milan. Si ringrazia Moncada per gli arrivi di Kalulu, Maignan e Theo Hernandez. Ma ci sono anche troppi talenti sfuggiti: riuscì a scovare Kolo Muani, Julian Alvarez, Enzo Fernandez…peccato, eh. Nomi come Hugo Cuenca e Dariusz Stalmach, invece, è riuscito a portarseli a casa, ed ora sono nella Primavera a crescere lontani dai riflettori. 

Lavorare con la prima squadra, ed anche con il settore giovanile. Nel prossimo futuro sarà importantissimo per dirigere l’area tecnica, quella orfana di Paolo Maldini. Per lui, che continuerà ad essere un Head Chief nello scouting, grandi opportunità e responsabilità, ma il Milan ha piena fiducia, tanto da volerlo rinnovare con un triennale vista la qualità che può introdurre nei campi di Milanello.

BONJOUR, C’EST MOI, GEOFFREY: LA FRANCIA È LA TERRA PROMESSA

La sua rete scout si può trovare in tutti i paesi francofoni. Sì, quella generazione d’oro che sta crescendo dall’Europeo 2016 ad oggi – con un Mondiale ed una Nations League -, era prevista da anni nel database dell’insaziabile Moncada. Un mercato frenetico, pieno di insidie (quanti giovani talenti si perdono…) ma soprattutto da valorizzare.

In un’intervista a L’Equipe ha raccontato di come la Ligue 1 sia terra fertile per i suoi studi, visto che in Italia non viene concesso tempo ad un ragazzo di sbagliare. E poi ha svelato i suoi metodi di recruiting: un’attenta analisi ai vari dettagli umani, tra cui la situazione familiare, il comportamento, la voglia che mette in allenamento. Le potenzialità non si sbloccano guardando solo i dati, ma anche la complessità del calciatore che si sta studiando.

Con lui al comando, spazio quindi ad una continua aria fresca, anche nascosta. Perché il prossimo colpo della Primavera potrebbe risultare un futuro Mbappé. Mentre noi ci faremo tante domande, Moncada saprà già il destino del Milan.

Theo Hernandez assieme a Kylian Mbappé con la Francia (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Theo Hernandez assieme a Kylian Mbappé con la Francia (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

 

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