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Un derby come gli altri e Milan surclassato: 5 sconfitte consecutive, Pioli che fai?

Occorre dimenticare di essere innamorati dei colori rossoneri per analizzare criticamente la deludentissima prestazione del Milan, in questo sesto derby disputato nell’arco di circa 12 mesi, che ha visto soccombere per la quinta volta consecutiva la squadra di Pioli. O forse è proprio per amore verso il Milan, che occorre una analisi obbiettiva, severa e assolutamente priva del lusso, che in questo caso non ci si può permettere, di andare alla ricerca di alibi.

Alibi che Pioli, a onor del vero, non ha estratto dal cilindro. Ma se da un lato ha evitato questo comodo ed abusato esercizio tanto in voga tra gli allenatori, allo stesso tempo la sua analisi nel post-partita resta scarsamente condivisibile e priva di quella lucidità che aveva dimostrato in tante altre occasioni. Ma soprattutto, è stata priva di una qualunque assunzione di responsabilità.

Pioli, la chiave tattica non è quella giusta

Perché la storia racconta di cinque derby persi consecutivamente, tutti con lo stesso canovaccio tattico, subendo la bellezza di 12 gol e avendo all’attivo la miseria di una solo segnatura: questo ruolino di marcia non può mallevare il tecnico da un doveroso mea culpa. E non si sta facendo riferimento a una richiesta di scuse ai tifosi, ma piuttosto una presa di coscienza che certi errori si stanno ripetendo ancora e ancora, un derby dopo l’altro e che in futuro bisognerà fare cose diverse.

È palese ormai che schierare i propri uomini in campo a trazione super anteriore permette alla squadra di Simone Inzaghi di fare un sol boccone del Milan, che soprattutto in difesa va in crisi a causa delle improvvise verticalizzazioni e i repentini cambi di gioco, a favore dei quinti, come piace chiamarli oggi, che aprono la retroguardia milanista come farebbe un apriscatole con un barattolo di conserva.

Gioco facile per Inzaghi

Nella perfetta macchina da stracittadina che ha messo a punto, il tecnico nerazzurro non si deve inventare nulla di trascendentale: la sua squadra tampona agevolmente gli esterni, in questo caso Leao e Pulisic, intasa le vie centrali asfissiando Giroud e strozzando il palleggio di Loftus-Cheek e Reijnders, riconquistando palla e ripartendo con folate letali. Risultato? Un Milan lento, statico, privo di sbocchi, di idee alternative e di conseguenza surclassato nel punteggio.

Basta riguardare i primi tre gol dell’Inter: seppure non si possano definire tre gol identici all’atto finale, l’inizio azione prevede sempre lo stesso copione: lancio profondo, lunga corsa degli esterni, uno riceve palla e l’altro si inserisce sul fronte apposto. Cambio gioco sul lato debole, dove la difesa milanista è scoperta e vulnerabile, ed infine gol dei compagni che arrivano a rimorchio. Oppure, come in occasione del 2-0, dell’esterno stesso.

Gli errori di sempre

Restare sorpresi una volta, succede. Restare sorpresi la seconda è colpevole. Essere sorpresi la terza è un delitto. La fiducia e la stima in Stefano Pioli è immutata, ma se per riuscire a vincere un derby bisognerà snaturarsi un pochino, forse sarà ora di cominciare a farlo. Il Milan ieri sera ha messo in mostra il suo solito fraseggio, ma assolutamente privo di un qualunque sbocco in verticale.

Leao ed Hernandez erano impossibilitati a trovare il fondo, così una volta venuto a mancare il piatto forte, è rimasta la minestra riscaldata: mentre il portoghese ha cercato Giroud con cross dalla trequarti, quasi mai effettuati nella giusta misura, Theo ha tentato la sortita centrale senza successo né costrutto, infilandosi nel traffico.

Milan compassato e prevedibile

Mai, neanche dopo il 2-1 di Leao, che aveva riacceso gli entusiasmi dei propri tifosi, il Milan è riuscito ad alzare il ritmo della sfida: nell’alternanza tra adagio e allegro, la bacchetta del direttore d’orchestra è sempre stata quella interista. I malcapitati, in questo caso, Chukweze, Okafor, Jovic e Florenzi, subentrati nella ripresa nella vana speranza di dare una svolta a un match ormai messosi malissimo, hanno solo potuto partecipare alla disfatta senza alcuna responsabilità a loro attribuibile.

Occorre trovare alternative, quando gli avversari ci leggono lo spartito. Altrimenti sarà impossibile compiere quel passo di qualità definitivo che i tifosi attendono. Le chiavi del gioco del calcio sono molteplici. È giusto avere un marchio di fabbrica, un imprinting, uno stile, però bisogna anche fare i conti con gli avversari. Probabilmente l’Inter è superiore al Milan, ma perdere ripetutamente e in questo modo contro i nerazzurri è inaccettabile.

L’aspetto psicologico e le possibili conseguenze

Oltretutto c’è un aspetto psicologico che evidentemente incide sull’approccio al match, probabilmente alimentato dalle numerose sconfitte messe in fila nei derby: una sorta di timore, quasi una specie di sudditanza, arriverei a definirlo complesso di inferiorità. Altrimenti non si spiegano questi continui pasticci e disattenzioni nei primi 10 minuti di ben 3 delle ultime 5 sfide tra le milanesi. La paura di sbagliare è una profezia che si autoavvera: se temi l’errore, è automatico che ne commetterai uno.

Ricordate i duelli tra Abate e Milito una decina di anni fa? Il processo che portava il terzino del Milan a sbagliare regolarmente nei confronti dell’attaccante nerazzurro è lo stesso, ma generalizzato. Con tutta probabilità è questa la causa di questi catastrofici avvii di partita, che finiscono per condizionare poi l’andamento di tutto l’incontro.

Verso il Newcastle

E a proposito di psicologia, sarà importante vedere come i rossoneri reagiranno a questa figuraccia. Che non lascerà strascichi, come sostiene Pioli, è difficile da immaginare. Ci saranno eccome, gli strascichi. Si possono però superare dimostrando di saper reagire. Tornando a fare le cose con lucidità, consapevolezza nei propri mezzi e soprattutto senza paura.

Il Newcastle martedì sarà un avversario severo, ma sarà anche una chance perfetta per tornare in carreggiata. Nello sport perdere succede, ma è doveroso fare il massimo affinché ciò non accada. Imparare dagli errori aiuta a non sbagliare più. Ad aprile, per la partita di ritorno, sarà il momento di ricordarselo.

Milan-Benevento: Pioli e Inzaghi (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan-Benevento: Pioli e Inzaghi (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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