HomePrimo PianoDe Ketelaere out? Ma per favore: il belga ha bisogno di tempo

De Ketelaere out? Ma per favore: il belga ha bisogno di tempo

Troppi commenti, troppe critiche e troppo disfattismo. La sconfitta di ieri a Stamford Bridge è una tragedia? Sul livello di gioco sì, ma in classifica di Champions il Milan è a -1 dalla vetta, ed in Serie A si sta giocando il primato con altre ottime concorrenti (contando qualche sorpresa nell’Udinese). Eppure il tifoso rossonero si è già espresso male, malissimo, nei confronti di una squadra che qualche mese fa era sul carro dei campioni d’Italia. Il leit motiv è sempre il solito dall’inizio dei tempi: bisogna trovare il colpevole, anche quando ci sono meriti avversari. E questo capro espiatorio può essere incarnato nella figura di Charles De Ketelaere.

È vero, non sta rispettando le aspettative di quest’estate: principe Charles è stato oggetto di trattative estenuanti e onerose, dove Maldini e Massara hanno fatto più tentativi per portarselo a casa spendendo il meno possibile. Questo ha fatto capire che il duo dirigenziale, che qualche colpo ad effetto lo ha già messo in atto, aveva davvero voglia di portare a Milanello il talentino fiammingo. Sbarcato a Milano i cuori rossoneri si sono accesi, capendo che forse il Milan abbia davvero preso un fenomeno. La verità? Il Milan il fenomeno lo ha preso, ma va aspettato.

De Ketelaere ad oggi ha messo in atto pochissimo del suo talento, fungendo da puro trequartista anche se la sua posizione tattica è troppo bassa. Al Brugge attaccava la profondità, con Pioli invece sembra quasi un regista ad impostare, a creare. In Belgio è stato conosciuto come un giocatore che arrivava spesso sulla linea di fondo per passarla in mezzo, assicurandosi un assist facile facile. Però questo succedeva sulle fasce, destra o sinistra qualunque esse siano: a memoria questi tocchi si sono visti solo ad Empoli, nel passaggio sprecato poi da Leao, e nell’amichevole di Vicenza. In queste occasioni si è visto come il suo habitat naturale sia quella linea di fondo a rientrare, lottando e mostrando doti tecniche di qualità elevata. Ancora meglio invece i suoi inserimenti a centro area: pochi i suoi movimenti sotto questo punto di vista a Milano, che però in Belgio fruttavano ed anche molto. Viene in mente il gol annullato a Genova di testa, dove si è imposto anche grazie alla sua statura.

Ora, la questione viene naturale: sarebbe giusto panchinare De Ketelaere? Sì e no. Certe volte la banalità è la risposta giusta: sì, Charles andrebbe messo in panchina perché non è ancora entrato nell’economia del gioco rossonero e funziona solo a tratti, anche se nessuno nega le sue doti tecniche. Inoltre, dai suoi passaggi molto lenti si intravede la timidezza delle prime volte. E poi no, non andrebbe messo in panchina perché le sue invenzioni, i suoi strappi, i suoi tocchi possono essere una valida soluzione in un Milan che non può essere Leao-dipendente. Forse a questo punto serve un cambio di posizione: in attesa dei rientri di Saelemaekers e di Messias, si dovrebbe provare sulla fascia destra per sfruttare meglio le doti scritte sopra. Ricordandosi comunque che la panchina non è una bocciatura, ma solamente un: “Ti aspettiamo, Charles“. E questo destino è capitato anche a due giganti come Leao e Tonali, che dall’essere sostituti e timidi sono passati ed essere colonne portanti del Milan che verrà.

Charles De Ketelaere alla clinica "La Madonnina" - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Charles De Ketelaere alla clinica “La Madonnina” – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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