Fiumi di parole cantavano i Jalisse, tornati sul palco dell’Ariston quasi 30 anni dopo il loro imprevisto successo al Festival di Sanremo. E fiumi di parole sono anche quelle che nelle ultime settimane si spendono su Charles De Ketelaere. Alla vigilia di un qualsiasi Milan-Atalanta il belga è il tema centrale di qualsiasi articolo, intervista o conferenza stampa. Un argomento ormai stucchevole su cui sarebbe ora di mettere la parola fine: l’ex Brugge è stato un investimento sbagliato, su cui dirigenza e allenatore hanno toppato e il fatto che a Bergamo sia tornato a mostrare qualità importanti non è certo un punto a favore del mondo Milan.
De Ketelaere, una scelta insensata
Eppure dalle parole di Pioli, che ormai suscita sempre più perplessità ad ogni dichiarazione che passa, sembra quasi che il risveglio di De Ketelaere sia un qualcosa di cui bullarsi: “Mi ricordo i vostri sguardi e i commenti quando si diceva che Maldini e Massara non avevano preso un pacco, che lui era un buon giocatore con qualità – ha detto l’allenatore rossonero alla vigilia del match contro la banda Gasperini –. Ci sono tanti esempi anche nel passato di giocatori che al primo anno in Italia hanno difficoltà. Gasperini è stato bravissimo a trovargli una posizione più offensiva, più adatta alle sue caratteristiche in quella squadra in cui sta giocando».
Pioli, De Ketelaere e l’incapacità di fare mea culpa
Dichiarazioni che fanno il paio con quelle di pochi giorni prima, quando Pioli affermava che De Ketelaere al Milan era utilizzato da trequartista perché era quello di cui la squadra aveva bisogno. Insomma un calciatore con determinate qualità acquistato per essere utilizzato in un ruolo non suo, insistendo in qualcosa di palesemente sbagliato, bocciato dopo 45 minuti di qualsivoglia partita di cui adesso ci si vanta con un profetico “ci avevamo visto giusto” che francamente appare del tutto fuoriluogo.
Pioli per primo, che applaude il collega Gasperini per aver valorizzato al meglio il belga, dovrebbe invece interrogarsi sulla sua gestione del giocatore e sulla confusione nella scelta di mercato di due estati fa (praticamente l’intero budget utilizzato per un calciatore poi adattato in un ruolo non suo) anziché rinfacciare a destra e a manca. Ma questa sembra l’ennesima dimostrazione di arroganza da parte di un allenatore che sembra incapace di ammettere i propri errori.