Basta leggere il titolo per indignare qualche tifoso. Eppure una provocazione può diventare realtà: Charles De Ketelaere, un ragazzo intimorito e apparentemente fuori luogo, può essere un bomber nonostante il suo tabellino di reti al Milan sia a ben 0 reti ad ormai gennaio. Stefano Pioli non è un uomo banale, e spesso lo ha dimostrato rivitalizzando i propri giocatori con un cambiamento tattico: che il prossimo esperimento sia indirizzato sul numero 90?

Partiamo dall’inizio: il Milan ha un’emergenza estrema nel settore offensivo. Il ritiro di Dubai doveva servire ad Origi per risaltare lontano dall’ombra di Giroud e Ibrahimovic, ma il suo infortunio ha spostato gli occhi su Lazetic. Il giovane ha fatto vedere qualità pregevoli sia chiaro, ma richiedere ad un classe 2004 di svettare nelle aree di Serie A sarebbe esagerato nei suoi confronti, proprio per evitare che si bruci.

Un’idea carina arriva dalle ultime indiscrezioni: prendere due piccioni con una fava e risolvere il problema della punta insieme al problema di De Ketelaere, finora decisamente sulle gambe in ogni giocata offensiva. Ma il ragazzo ha le qualità necessarie per essere il trascinatore sotto porta dei campioni d’Italia? Decisamente sì.

Stefano Pioli ha rilasciato un’intervista molto interessante alla Gazzetta dello Sport. Il sunto è semplice: in lui ci crede ed è disposto ad aspettarlo per zittire le enormi pressioni che si porta dietro. In Belgio ha sempre dimostrato di essere un giocatore di movimento, che trascina la squadra in profondità in qualsiasi caso, che sia centralmente o sulle fasce. I gol realizzati in terra natia sono tanti, ma è anche vero che in questo senso la Serie A è un osso duro per molti attaccanti, figuriamoci per chi non ci nasce centravanti.

Dalla trequarti in poi ha bisogno di ispirazione: le sue giocate, spesso in contrasto con una fascia sinistra perfetta, devono adattarsi ad essa. Piuttosto che dare creatività in un Milan che svaria molto, si potrebbe provare a sfruttare la creatività altrui. D’altronde è un fusto di 192 centimetri, forse troppo gracile per le difese ma decisamente utile per creare azioni con più uomini a seguire e, in caso, concludere l’azione. Non c’è da aspettarsi il cannoniere in lui. Qualora le ultime idee venissero confermate in campo, il ragazzo sarà utile negli ultimi metri per collimare una squadra già estremamente offensiva più che trovare la rete. Non sarà il classico falso nueve, più un falso noventa (battute terribili a parte) per ritrovare la serenità che lo ha reso grande in Belgio.