Un colpo è stato fatto, l’altro è destinato a concludersi. Il supermercato Chelsea, società che ha tanto investito in entrata ed ora sta cercando offerenti in uscita, ha concesso al Milan il suo pupillo Ruben Loftus-Cheek. L’inglese raggiungerà i rossoneri a titolo definitivo, e non dovrebbe essere il solo: i londinesi vogliono piazzare anche Christian Pulisic, il numero 10 a stelle e strisce.

Lo vogliono tutti, ma il Milan è la squadra che affascina di più. Il progetto crescita del brand, il calcio giovane e vivace, i titoli che si possono vincere e soprattutto il coinvolgimento sentimentale che può nascere in una piazza così. Le parole ad ESPN fanno riflettere: se cerca tutte queste caratteristiche, basta suonare al campanello del suo connazionale Gerry Cardinale.

CHRISTIAN PULISIC SA GIOCARE A CALCIO, NON A SOCCER

Un momentaccio per andare al Chelsea. Perché Pulisic, pur avendo vinto la Champions League nel 2020-21, non è mai entrato davvero nel cuore dei tifosi blues. Sia chiaro, la società ha vissuto grandi cambiamenti anno dopo anno: dapprima problemi nell’area tecnica, con tre allenatori cambiati in quattro anni, poi l’avvento dell’esagerato Todd Boehly, capace di rivoluzionare la squadra come se i giocatori fossero figuine.

Mancando continuità, è mancato anche lui. I suoi contributi in fase realizzativa ci sono sempre stati (26 reti e 21 assist in 145 partite…meh), ma la sfortuna va tenuta sott’occhio. Solo con il Chelsea ha mancato 55 gare in quattro stagioni, e per questo motivo bisogna monitorare il posto da titolare.

Ecco, tornando a parlare di calcio giocato. Può il ragazzo americano giocare tatticamente nel Milan? Sì, sì, ed ancora sì. Per merito suo però. Perché Pulisic ama spaziare in tutta la fase offensiva, ed escludendo il solo intoccabile Leao, c’è tanto bisogno di un giocatore che si sa adattare a qualsiasi situazione. La fascia destra è quella che ha nettamente più bisogno di una rivoluzione, anche qualora Pioli dovesse scegliere il 4-3-3 rispetto al 4-2-3-1, visto che da trequartista regalerebbe sicuramente qualche emozione in meno.

Giocatore elegante, che predilige la giocata di fino e non si spegne nell’individualismo. Vero, pecca nella fase difensiva (dove brillerebbe Saelemaekers al suo post), ma la sua voglia di calcio e di essere protagonista possono essere ottimi fattori per puntare su di lui. E poi la crescita del brand ha bisogno di una bandiera: con Sergino Dest non ha funzionato, ma nella confederazione tutti ammirano Christian Pulisic. Vedere il popolo americano affezionarsi sempre di più al calcio (non al soccer) con la maglia rossonera vorrebbe dire tanto, anche in termine di marketing.