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Gazzetta, le colpe del Diavolo: Maignan, Theo e Leao lontani dalle stagioni migliori. E Chukwueze e Okafor deludono

L’edizione questa mattina in edicola de La Gazzetta dello Sport ha indicato i cinque segnali del momento no del Milan, individuando quei giocatori che non stanno rendendo secondo le potenzialità e le aspettative. Ecco di chi si tratta:

MIKE MAIGNAN – Non è certo il volto della crisi, ma neppure si è preso le copertine per interventi da star, come era abituato a fare: Magic Mike non lascia più il pubblico sbalordito, Si è normalizzato: se prima aggiungeva punti alla classifica, ora non dà e non toglie. Non è esente da colpe sul pareggio di Raspadori a Napoli o in Champions sul raddoppio del PSG (palla respinta sui pledi di Kolo Muani). Rispetto alle altre stagioni rossonere, in questa ha aggiunto un’espulsione e a meta settembre aveva invece lasciato la ribalta a Sportiello: fu il vice l’autore di un paio di interventi decisivi contro il Newcastle, una volta che Mike chiese il cambio per un nuovo infortunio muscolare.

THEO HERNANDEZ – Lui e Leao un tempo sfrecciavano come pochi altri in Europa, ora viaggiano a velocità ridotta anche per la Serie A. Theo in particolare ha il freno a mano tirato. Terzino di spinta che si poteva apprezzare anche in zone più centrali del campo: in questo inizio di stagione si è visto poco, sia da esterno che in mezzo. Pioli nei giorni scorsi aveva confermato: “Stiamo sviluppando una fase offensiva sulla sinistra un po’ diversa”. Oggi il francese sembra anche più timido e meno sfacciato, di certo più nervoso: già cinque gialli in 8 presenze di campionato, l’anno scorso furono 7 in tutto.

SAMU CHUKWUEZE – Ha perso il dribbling che l’aveva reso celebre in Liga. Al Milan, finora, è famoso per le occasioni fallite in area contro il Dortmund. Nella specialità, saltare l’uomo e creare superiorità numerica, contendeva il trono a Messi e Vinicius; nel Milan deve ancora inventarsi una giocata delle sue. Aveva concluso l’ultimo anno al Villarreal, tra campionato e coppe, con 13 gol e 11 assist. In rossonero deve ancora iniziare il conto. Ha delle attenuanti: arrivato dopo una lunga trattativa estiva ha trovato la fascia destra già occupata da Pulisic. Quando sembrava arrivato il momento di entrare in azione un infortunio muscolare in nazionale lo ha tolto di scena. Tra Serie A e Champions è partito titolare solo tre volte: per l’acquisto più caro dell’estate, venti milioni più otto di bonus, è troppo poco. Per prima cosa serve dribblare lo scetticismo.

RAFAEL LEAO – Questo è il momento in cui il passo ciondolante di Leao scoraggia i tifosi del Milan, più che gasarli quando diventa un’ accelerata improvvisa. Non è più il tempo in cui sorrideva calciando un pallone che sarebbe finito in porta: l’espressione di oggi è quella arrabbiata dopo la sostituzione contro il Napoli. Soprattutto non è il momento in cui alle discese sulla fascia seguivano un gol o un assist. Se Rafa riesce a liberarsi dalla marcatura e accelerare a sinistra, finisce con un cross sbilenco o un tentativo murato. E Infatti la rete manca da oltre quaranta giorni, l’assist dal doppio invito servito con la Lazio. L’ultima occasione, era il 30 settembre, in cui è stato decisivo. Da quando si è spento, è calato il buio sul Milan. O viceversa, Leao ha ancora bisogno del sostegno del gruppo per riuscire a emergere. In campionato ha fallito la grande sfida con la Juventus e al Maradona si ricorda più che altro per l’uscita polemica. In Champions ha perso la prima sfida con Mbappé e prima ancora era inciampato sul tentativo di colpo di tacco contro il Newcastle. Per rialzarsi deve ritrovare ciò che ha perso: il passo felpato, la precisione sotto porta e il sorriso.

NOAH OKAFOR – Il gol segnato da avversario con la maglia del Salisburgo aveva convinto il Milan a investire su di lui: dribbling, velocità, senso del gol. Quest’anno è stato utile con il tocco sottoporta a Cagliari e con l’appoggio in rete contro la Lazio, dopo uno slalom di Leao. Vero anche che Okafor, arrivato in estate come semplice alternativa d’attacco, fatica a emergere se gli spazi sono ridotti. A maggior ragione se in quegli spazi la squadra, già in difficoltà, non lo sostiene. Al Milan, prima ancora di mettersi in mostra, va capito dove può farlo: da esterno sinistro, come vice Leao, o da punta centrale, sostituto di Giroud. In quest’ultimo caso garantirebbe meno sponde e più profondità. Per ora, solo in teoria.

Milan-Torino: Samuel Chukwueze e Ricardo Rodriguez (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan-Torino: Samuel Chukwueze e Ricardo Rodriguez (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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