Il Milan esce dal Roazhon Park con la qualificazione e tanti pensieri. Troppi gol subiti, incomprensioni tra compagni di squadra ed una carenza evidente sotto porta. Qualcuno ride e scherza, ma la verità è che se Leao la mette alla prima ripartenza dopo un minuto circa…la partita muore e non si vede una storica tripletta di Bourigeaud in faccia.
Capacità di uccidere le partite. Quando si guardano i cugini nerazzurri, purtroppo, si ha sempre la sensazione che come vogliono fartelo, te lo fanno: contropiede, giocate di prima dalla sinistra alla destra e viceversa, giro palla ragionato e soprattutto non sterile. Il Milan invece, con le doti offensive che i suoi interpreti hanno nelle corde, si ferma in bocca al portiere o fuori goffamente.
Perché? Non sempre è solo la testa. In diverse occasioni c’è di mezzo Leao. Nessuno vuole andare contro di lui, sia mai, però è evidente che la gamba nel corso della partita non l’ha mai tirata indietro: paradossalmente, nonostante i diversi errori in fase di conclusione, è sembrato quello più volenteroso nel chiudere game, set e match. Semplicemente non ci è riuscito, ma non si è spaventato di fronte a Mandanda. E alcune volte è peggio: quando uno vuole fare ma è impedito da problemi psicologici viene compreso, ma quando uno sta bene e ha voglia di spaccare il mondo lo spacca e basta, soprattutto viste le qualità.
Va trovato non solo cinismo, ma anche un qualcosa per agevolare il singolo. Il mondo del calcio è sempre stato a due soluzioni: se non puoi andare a destra vai a sinistra. Il contropiede del fenomeno, vuoi o non vuoi, viene bloccato dopo le prime sgroppate. Prendendo la partita di Rennes è evidente la fame del numero 10 di voler trovare la rete, ma lo fa individualmente. Poi una serie di rimpalli lo aiuta e trova la meritata marcatura, ma la difesa bretone lo ha tenuto molto bene.
Da qui in avanti le partite saranno sempre più dure. Il percorso verso Dublino è segnato, ed il Milan ci può arrivare con la sola caratura della rosa. E se l’andata ha mostrato che il Diavolo sa come chiudere i conti, il ritorno, viceversa, evidenzia come può riaprirli con autolesionismo. E non è solo sfortuna, a volte.