L’ex dirigente del Milan – e attuale Chief of Football alla UEFA – Zvonimir Boban ha rilasciato una lunga intervista a Sportweek, settimanale de La Gazzetta dello Sport, parlando dei temi di attualità del calcio e del suo addio al club rossonero. Di seguito le dichiarazioni di Boban: “Vivo a Nyon, cerco di proteggere il calcio, a volte anche da noi stessi: i ritmi diversi, le scelte fatte nei palazzi di vetro, le tante ore di riunioni possono far perdere facilmente l’anima. E invece non dobbiamo dimenticare che tutto parte sempre da un pallone e che è un gioco del popolo. Questa è e sarà sempre la mia visione del calcio. La crisi del calcio? E’ causata dalla pandemia. Ma ne parlano soprattutto presidenti e dirigenti di società che sono stati incapaci di controllare i conti e favorire il binomio squadre competitive e società sane. La Superlega è stata un tentativo vergognoso, stoppato dalla gente prima ancora che dalle istituzioni. Questi miliardari hanno fatto male i conti del proprio club. Irresponsabili. Volevano tutto per sé, cancellare i valori e americanizzare questo sport“.
Sui suoi trascorsi al Milan, Boban dichiara: “Nella vita ci sono cose ben peggiori dell’interruzione di un rapporto professionale. Sono in causa con Elliott, col Milan non potrò mai essere in causa. Tifo Milan più di prima e sono felice di vedere che i ragazzi che abbiamo scelto abbiano intrapreso un cammino importante. Non ancora a livelli da vero Milan, quello che avevamo in testa io e Paolo Maldini, ma è già una squadra che può competere. Sulle scelte fatte dal club il tempo mi ha dato ragione e la strada adesso è corretta. Con Ibrahimovic è cambiato tutto. La storia che il Milan sta vivendo è figlia dell’arrivo di Ibra. Il suo impatto è stato devastante. È un fenomeno. In campo o fuori la sua presenza è essenziale. Anche Tonali è fenomenale. Se oggi il Milan ha più controllo delle partite è soprattutto grazie a lui. Deve solo divertirsi di più e può diventare un top mondiale. Nessuno come la famiglia Maldini rappresenta la storia del Milan. Meno male che Paolo è rimasto in società. È cresciuto tanto, ora è un dirigente di alto livello. È necessario, tra tanti amministratori, uomini di marketing, esperti di numeri e gente che non ama il calcio e capisce poco del Milan. Non è stato giusto rinunciare a Donnarumma. Non è da Milan. Fatico ad accettarlo pur essendo Maignan un ottimo portiere. Se pensiamo al Milan come grande club, allora non può perdere il migliore al mondo nel suo ruolo. Gigio è un fenomeno che può entrare nella storia del calcio. Non riesco a giustificare la sua partenza”, conclude Boban.