L’edizione quest’oggi in edicola de La Gazzetta dello Sport dedica un lungo approfondimento al big match della seconda giornata di Serie A, che vedrà opposte Atalanta e Milan. Secondo la Rosea, il match di domenica merita tanta attenzione, in primis perché s’incrociano i due migliori cervelli tattici del torneo. Gian Piero Gasperini lo ha dimostrato negli ultimi sei anni inventando un calcio nuovo che è servito da modello per tanti, anche all’estero. Stefano Pioli lo ha dimostrato definitivamente nel torneo scorso, non solo nella costruzione e nella gestione del suo Milan sorprendente, ma anche nello specifico dei match. Nessun allenatore ha dato la sensazione di poter vincere partite alla lavagna come Pioli: si pensi a come ha incartato due volte Mou e Spalletti a Napoli in una partita chiave. Ma anche allo scherzo da prete tirato al Gasp. Gli ultimi Atalanta-Milan non sono mai stati banali e hanno segnato, in qualche modo, la storia di entrambi.

Atalanta-Milan 5-0 del 22 dicembre 2019 fu lo spartiacque: il tetto del Gasp e il pavimento di Pioli. Uno dei picchi più spettacolari della Dea, quei 22 minuti di rumba tra il 61’ e l’83’, in cui Pasalic, Ilicic (2) e Muriel dilatarono il vantaggio del Papu, rappresentano nel modo più significativo il furore e la perfetta organizzazione del Gasp. La batosta di Bergamo, che sembrava la pietra tombale del Milan di Pioli, sacrificato sull’altare di Rangnick, era invece la prima pietra della ricostruzione. Pioli è poi tornato al Gewiss Stadium la stagione dopo per celebrare il ritorno in Champions – Atalanta-Milan 0-2, 23 maggio 2021 – e lo scorso 3 ottobre per una delle prime tappe importanti sulla strada dello scudetto: Atalanta- Milan 2-3. Vittoria di misura, ma il 3-0 al 79’ rende meglio il senso del dominio rossonero.

I due mister, caratterialmente sono diversi, ma di mestiere sono gemelli. A cominciare dal furore olandese di aggredire in massa e di abbattere gli steccati dei ruoli privilegiando le funzioni. Così Tonali e Toloi diventano attaccanti. Nello scudetto rossonero Kessie ha avuto un ruolo cardine e, se fosse arrivata la proposta indecente per Leao, Pioli si sarebbe buttato su Muriel. Sa che i giocatori educati da Gasperini arrivano con lo spirito giusto e conoscenze compatibili con il gioco del Milan. Gasperini, istintivo, ha i suoi spigoli; Pioli, riflessivo, li smussa. Gasp non è simpatico a tutti, Pioli è più trasversale. Difficilmente Pioli può avere uno scontro tipo quello del Gasp col Papu. Caratteri diversi, ma stessa pasta di mister, perché ricchi degli stessi tesori: una lunga gavetta e la passione che li spinge a studiare e a innovare sempre. Sono mister da laboratorio, innamorati dal gioco. Domenica, tatticamente, ne vedremo delle belle.