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Inter, Antonello su San Siro: “Dopo cinque anni i due club si trovano ancora ad attendere. È come scalare l’Everest”

Intervenuto durante la tavola rotonda “Impianti ed infrastrutture sportive: attori e processi – L’esperienza delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026” organizzata dallo studio legale ADVANT Nctm, l’amministratore delegato dell’Inter, Alessandro Antonello, ha parlato anche del futuro di San Siro, che vede coinvolti i nerazzurri e il Milan. Di seguito le sue parole, riportate da Calcio e Finanza: “Nel 2019 è stato presentato il progetto che si interpellava alla legge sugli stadi ma dopo cinque anni i due club si trovano ad attendere un interesse pubblico dall’amministrazione comunale visto che si sono inserite dialettiche che hanno allungato i tempi, come ad esempio la sovrintendenza“.

Antonello prosegue: “L’ipotesi San Siro era una condivisione di obiettivi pubblici e privati per ridare una nuova vita all’intero quartiere di San Siro. È come scalare l’Everest, non riusciamo a vedere la vetta, nonostante l’impegno del proponente di sposare l’interesse pubblico e di mettere a disposizione della comunità, nel caso di San Siro era la rifunzionalizzazione dell’intero quadrante ma purtroppo in questo Paese la realtà diverge. Poi c’è anche un obiettivo ambientale se riusciremo a mettere la mano sull’attuale impianto che è lontano dalle nostre idee“.

Ancora Antonello: “San Siro ora è alimentato da una centrale termica produttrice di CO2. Siamo ben lontani all’essere vicini al pareggio di emissioni richieste e siamo fermi agli anni ’80. I club stanno riflettendo su come far vivere lo stadio tutti i giorni. Ma non bisogna dimenticare, da un punto di vista prettamente sportivo, che il calendario sarà sempre più compresso: nel gennaio 2026 le squadre dovranno traslocare per la cerimonia di inaugurazione dei Giochi Invernali e ci sarà un tema importante, considerando anche che la nuova Champions si giocherà anche a gennaio nella prima fase“.

Antonello continua: “Paletti per WeBuild? Noi non mettiamo paletti, l’impianto di San Siro è un impianto datato e di conseguenza ci sono delle cose che non possono non essere affrontate. Si è parlato di accessibilità, dove oggi accedere a San Siro non è così semplice soprattutto per persone con disabilità. Si è parlato di corporate hospitality, visto che oggi abbiamo solo il 3% di hospitality rispetto alla media degli stadi europei che è del 18%. Dobbiamo pensare a come dare dei servizi al secondo e al terzo anello, oggi completamente assenti, e quando parlo di servizi intendo bar e anche possibilità di ristoro“.

Antonello conclude: “Ci sono parecchi temi che vanno affrontati. Se tutti questi saranno adottati nel piano di WeBuild lo vedremo da qui a giugno. A questo punto dovremo attendere l’analisi di WeBuild, poi capire che tipo di intervento sarà. È chiaro che da qui al 2026 probabilmente, se gli interventi si potranno fare, saranno minimali e quindi non ci saranno problemi per garantire la cerimonia nel febbraio 2026. Lavori partiranno dopo? Molto probabilmente sì. San Siro ristrutturato potrebbe avvicinarsi ai top impianti sul fronte dei ricavi? Dipende dagli interventi che verranno proposti. Interventi minimali non potranno garantire il livello di ricavi attesi, interventi più strutturali potranno farci avvicinare alle aspettative che riteniamo più idonee“.

Inter e Milan: Alessandro Antonello, Paolo Scaroni - MilanPress, robe dell'altro diavolo
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