HomeIn evidenzaL'annus horribilis del Milan: un 2023 a tinte più nere che rosse

L’annus horribilis del Milan: un 2023 a tinte più nere che rosse

Ci siamo, un altro anno volge al termine ed è tempo di tirare le somme di quello che è stato il 2023 per il Milan. A grandi linee non ce n’è nemmeno bisogno perché l’annata appena conclusasi in casa rossonera è sotto gli occhi di tutti e non serve fare un vero e proprio bilancio. Il 2023 rossonero è stato letteralmente un incubo. Dall’inizio alla fine.

Un anno che sembrava anche essere cominciato bene ma che poi, piano piano, è diventato uno dei peggiori se non addirittura il peggiore della gestione Pioli. Tutto parte da quell’ormai famoso Milan-Roma. Una partita apparentemente tranquilla che il Milan domina e gestisce portandosi sul 2-0 al minuto 76. Sembra fatta e invece si fanno sentire lì quei primi scricchiolii che in poche settimane diventano un vero e proprio terremoto. 87’ e 93’, nel giro di sei minuti due calci piazzati letali affondano il Milan tra l’incredulità generale di San Siro. È quello il preludio di un 2023 che, con lo scudetto ancora cucito sul petto, non poteva andare peggio.

Un anno che inizia e finisce (quasi) a Salerno ed in quasi 360 giorni l’Arechi dal sole caldo di gennaio si trasforma nelle fredde tenebre di dicembre. Una sliding doors abbastanza importante che riassume così l’annata più nera che rossa. Nel mezzo le (tante) delusioni chiamate derby e le (poche) soddisfazioni chiamate semifinali di Champions. 

I DERBY DELUSIONE

Scrivi 2023, leggi derby. Già, proprio quelle stracittadine, le sfide più sentite da tutto il popolo rossonero e non solo. La partita dell’anno – giocata ben cinque volte nel 2023 – ha segnato e non poco l’anno del Milan. Cinque sconfitte su cinque per i rossoneri, con record negativo di gol (12 subiti e uno fatto). Mai una striscia così negativa di derby persi. Un trofeo di fatto consegnato all’Inter dall’altra parte del mondo senza neppure avere la forza di controbattere. Ed una finale di Champions conquistata con una facilità estrema già dopo i primi 10’ della gara d’andata. Se fosse stato un film, nemmeno il più pessimista degli sceneggiatori lo avrebbe scritto peggio.

LA DETRONIZZAZIONE

E come se non bastasse, fuori dal campo, un altro terremoto a scuotere l’ambiente è sicuramente quello che succede all’alba dell’estate. Dopo aver finito una stagione a dir poco travagliata, Paolo Maldini si vede detronizzato e mandato via da quella è stata, è e sarà per sempre la sua squadra. Difficile immaginare un Milan senza Paolo Maldini…eppure il 2023 è stato anche questo. Chi gli contesta il mercato fatto, chi qualche scelta sbagliata di troppo, sta di fatto che – con un comunicato anche abbastanza scarno – lui e Massara lasciano il Milan dopo uno scudetto, una semifinale di Champions e tanti progetti. La tifoseria si spacca: chi grida allo scandalo e accusa la società di un vero e proprio colpo di stato, chi invece prova a vedere il bicchiere mezzo pieno. 

UNA PARVENZA DI SERENO…VARIABILE

L’estate passa abbastanza tranquillamente, con qualche colpo di mercato che fa felici i tifosi e fa dimenticare in fretta tutto quello che qualche settimana prima era successo. La ciliegina sulla torta non arriva, ma va bene così. La stagione si apre ottimamente ed il Milan sembra aver voltato pagina. Fino a quel giorno. Il 16 settembre. Da lì molte delle certezze rossonere crollano. A proposito di derby. Si gioca l’ennesimo ed ultimo dell’anno. L’Inter ancora una volta spazza via il Milan. Un 5-1 senza appello, una delle sconfitte più pesanti nella storia delle stracittadine. 

GLI INFORTUNI

E dopo le sconfitte sul campo, ciò che fa più male ai tifosi sono poi gli infortuni. Quelle fitte di dolore che provano i giocatori quando si accasciano a terra arrivano fin sulle tribune, nelle case, risuonano come campane tra le mura di Milanello fino a Casa Milan. Il 2023 è stato infatti anche l’anno degli infortuni (61 in totale). Un problema serio, dal quale ancora non si è capito come uscirne. Il bollettino rossonero è simile a quello delle battaglie. Almeno un infortunato a partita. Ogni partita. Più alcuni acciacchi da allenamento che sembrano esser lievi ma che poi si rivelano veri e propri stop. La gravità di questi infortuni è un altro tema che a Casa Milan preoccupa e non poco.

Stiamo lavorando per ottenere dei miglioramenti ha detto e ridetto Pioli a più riprese, in conferenza stampa, nelle interviste pre e post partita, ma l’infortunio è sempre dietro l’angolo e puntuale sembra ormai arrivare ad ogni gara. Sono pochissimi ormai i superstiti che non vogliamo neanche nominare per scaramanzia e non solo.

Quello che però preoccupa maggiormente l’ambiente è che quel gruppo forte, coeso, che nelle difficoltà riusciva a tirar fuori il meglio, quello che vedeva i giocatori aiutarsi l’un l’altro, oggi non c’è più. È soltanto un lontano ricordo. Il piolismo che aveva caratterizzato tutta la prima parte di avventura del tecnico sulla panchina rossonera è stato sostituito da un’apatia ed una quasi assenza di strategia tra una partita e l’altra. Gare che sembrano essere affrontate ormai in un unico modo ed errori che si presentano puntuali quasi come gli infortuni. E poi ci sono i primati.

Record su record, ma questa volta non sono come quelli che tra il 2020, il 2021 e il 2022 il Milan stracciava e vinceva. No, questa volta sono solo record negativi. L’ultimo in ordine cronologico riguarda le gare consecutive senza vittoria in trasferta (quattro). Quasi tre mesi senza vincere lontano da San Siro. Si chiude qui dunque il 2023 del Milan. Con una vittoria sporca, sofferta, ma estremamente importante. Per chiudere bene, certo, ma anche per avere quell’entusiasmo giusto per ripartire con il piede giusto. Perché già tra due giorni si ritorna in campo, per la Coppa Italia.

Buona fine e buon inizio, a tutti, ma soprattutto al Milan. 
Il cerchio del Milan sotto la Curva Sud - MilanPress, robe dell'altro diavolo
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