L’ex centrocampista del Milan, Demetrio Albertini, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, per parlare di Sandro Tonali. Queste le sue dichiarazioni: “Bandiera non si nasce ma si diventa, anche se da qualche punto bisogna pur cominciare e il punto di partenza che il Milan targato RedBird sta pianificando è quello
giusto. Età, senso di appartenenza, spirito da trascinatore, rappresentante del blocco italiano in squadra: Sandro ha tutto per di ventare una bandiera del club, lo dico da quando è arrivato al Milan e faceva fatica… Bisogna ricordare però che adesso è tutto nelle sue mani: giustissimo che la nuova proprietà decida di farne un pilastro, un giocatore come Tonali è fondamentale per costruire le basi del Milan del futuro, ma spetterà a lui raccogliere la sfida e alimentarla nel tempo“.
Albertini prosegue: “C’è un tempo per tutto. Tonali ha compiuto 22 anni a maggio, deve avere il tempo di vivere tutte le tappe senza forzare: oggi è un protagonista della squadra campione d’Italia, domani diventerà un leader, poi un senatore. E a quel punto potremo parlare davvero di bandiera. Adeguamento? Se guardiamo alla stagione appena conclusa, direi che è normale: Tonali ha vissuto un’annata strepitosa. Se parliamo più in generale, penso che i contratti vadano rispettati, che non possano essere aggiustati anno dopo anno. Nella storia di Sandro al Milan però c’è stato il gesto di tagliarsi lo stipendio pur di rimanere: è un’anomalia positiva, una rarità che abbiamo visto pochissime altre volte nel mondo del calcio, ed è giusto che il club glielo riconosca in qualche modo“.
Albertini conclude: “Quello del Milan è senz’altro un ottimo punto di partenza per un progetto vincente negli anni. Io però parlo da osservatore, non ho mai fatto mercato e so bene che nelle trattative per i rinnovi entrano in gioco altre valutazioni. Oggi non è semplice scongiurare di avvicinarsi a una scadenza di contratto senza qualche “brivido”… Un giocatore che vince lo scudetto vede aumentare il proprio valore e di conseguenza crescono i suoi interessi in fase di trattativa. Alla fine è una questione di budget: quanto investirà la nuova proprietà sui rinnovi contrattuali?“.