HomeIn evidenzaAdli e Pioli, una relazione complicata e particolare. Sarà un nuovo inizio?

Adli e Pioli, una relazione complicata e particolare. Sarà un nuovo inizio?

Dopo quasi un anno, esattamente 346 giorni, Yacine Adli è tornato titolare in una gara ufficiale del Milan. Era lo scorso ottobre ed il Milan giocò a Verona e quella fu anche la prima e ultima volta in cui il franco-algerino fu schierato dal 1′ da Stefano Pioli. Poi, prima e dopo, amichevoli a parte, soltanto pochi spezzoni di partite per l’ex calciatore del Bordeaux che era a tutti gli effetti un calciatore ai margini del progetto tecnico rossonero. Fuori anche dalla lista Champions, Adli sembrava a tutti gli effetti un separato in casa, un indesiderato, un esubero pronto ad essere ceduto in estate. Salernitana soprattutto, Empoli, Sassuolo ed altre squadre estere ci provano a prenderlo in prestito, ma lui vuole restare a tutti i costi in rossonero e, nel frattempo, non perde occasione per dimostrare il suo amore verso la maglia, il suo affetto verso compagni e tifosi e la sua passione sconsiderata verso il Milan. Alla fine ha ragione lui, Pioli lo porta in tournée negli Stati Uniti e, complice anche il nuovo modulo e l’infortunio grave occorso a Bennacer, Yacine diventa a tutti gli effetti il vice Krunic, in un ruolo delicato e mai sperimentato prima. Nelle amichevoli precampionato e in allenamento, Pioli lo prova lì, da mediano davanti la difesa e si convince che per il franco-algerino è tempo di essere parte integrante del gruppo e della rosa del Diavolo.

Adli, tutte le differenze con Pioli

Zlatan Ibrahimovic e Stefano Pioli a Milanello - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Zlatan Ibrahimovic e Stefano Pioli a Milanello – MilanPress, robe dell’altro diavolo

La stagione inizia e Adli resta ai margini del progetto tecnico. Sei partite, tra campionato e Champions League e Rade Krunic non viene mai tolto dal campo, mentre per Yacine Adli è solo panchina. Insomma, la scelta di Pioli di tenerlo in rosa e inserirlo nella lista per la Champions League sembra dettata esclusivamente da motivi numerici e di facciata. Al rientro di Bennacer Adli potrebbe anche partire in prestito. In effetti le differenze tra il modo di giocare di Yacine e la visione calcistica del tecnico rossonero sembrano davvero due linee parallele destinate a non incontrarsi mai e i due sembrano figure difficilmente conciliabili. L’ex Bordeaux è un pensatore, uno che in campo ha bisogno di tempo per prima pensare e poi realizzare le giocate; abbassa i ritmi della manovra con la palla al piede, a tratti è troppo lento e compassato e davanti alla difesa potrebbe rappresentare un problema per le ripartenze altrui. Stefano Pioli, invece, è uno pratico che ha fondato il suo Milan sul pressing alto, la rapidità e i giocatori aggressivi che possono permettere alla squadra di riconquistare subito la palla e far ripartire l’azione. Soprattutto nel nuovo 433 e con due mezzali come Reijnders e Loftus-Cheek, inoltre, il tecnico parmense preferisce uno schermo più solido e concreto davanti la difesa, uno che possa abbassarsi in fase di impostazione e garantisca equilibrio in entrambe le fasi di gioco. Insomma, a tutti gli effetti uno come Rade Krunic, suo pupillo da sempre. L’infortunio del bosniaco, però, che ne avrà almeno fino a dopo la sosta di ottobre, ha obbligato Pioli a cambiare un po’ il suo piano iniziale e a Cagliari, finalmente, abbiamo visto proprio Yacine Adli in quel ruolo così delicato.

Adli: una rondine che non farà Primavera o l’inizio di una nuova era?

Milan: Yacine Adli, Tijjani Reijnders, Malick Thiaw (Photo Credit Agenzia Fotogramma)
Milan: Yacine Adli, Tijjani Reijnders, Malick Thiaw (Photo Credit Agenzia Fotogramma)

La prova di Adli è stata positiva. Il centrocampista classe 2000 ha saputo aspettare la sua occasione e l’ha sfruttata alla grande. Pulizia tecnica di alto spessore, passaggi sempre precisi (93% di passaggi riusciti), un paio di recuperi fondamentali su Zito Luvumbo che hanno rimarcato la sua voglia e la sua aggressività anche in fase di non possesso. Certo, c’è la leggerezza in occasione del gol del vantaggio del Cagliari, ma la prova nel complesso è parecchio al di sopra della sufficienza. Adli è un calciatore con qualità al di sopra della media, con una voglia speciale e, senza il lungodegente Bennacer, al momento, è l’unico che riesce a far partire sventagliate perfette per i compagni (vedi aggancio in area di Reijnders su un suo lancio e colpo di testa finale di Okafor) e verticalizzazioni intelligenti e precise. Idee e precisione nel mettere in pratica la giocata che rappresentano il primo e vero punto di contatto tra Yacine e Stefano Pioli. In quel ruolo c’è tanto da fare e soprattutto tanto da imparare. I casi Pirlo, in epoca diversa, e (ahinoi) Calhanoglu, in epoca un po’ più recente e con un’altra maglia, rendono l’idea di come si possa trasformare un trequartista in un mediano davanti alla difesa, ma ci vuole tempo, lavoro e tanto impegno e dedizione. Ma soprattutto ci vuole la volontà di tutte le parti e gli attori in causa. Ora, quindi, bisognerà capire se quella di Cagliari sarà stata soltanto una rondine che non farà Primavera e se già nelle prossime due sfide contro avversarie di ben altra portata, come Lazio e Borussia Dortmund in Champions League, Pioli tornerà al mediano più di sostanza e di concretezza (Musah alla Kessie con Reijnders e Loftus ai suoi lati? aspettando il rientro di Krunic), o se per Adli è davvero l’inizio di una nuova era e di qualcosa davvero di importante e speciale.

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