Uno dei protagonisti della vittoria dello scudetto del Milan è sicuramente Stefano Pioli. Il mister, al suo primo trofeo in carriera, è l’uomo copertina della cavalcata rossonera. L’edizione odierna di Sportweek gli ha dedicato diverse pagine tra cui un’intervista speciale a chi lo conosce forse più di tutti, suo fratello minore Danilo. Tre i fratelli, Leonardo il più grande, Stefano e poi Danilo. Tutti calciatori.
“Era stata mia mamma a iscrivere Leo e Stefano alla sezione calcio. Perché la più grande appassionata è lei. Il calcio è sempre piaciuto anche al papà, ma lui da ragazzo correva in bicicletta, amava pescare. Faceva il postino e anche Stefano ha sempre detto che se non fosse riuscito a fare il calciatore sarebbe stato postino. Leo era il più tecnico di noi, calciava allo stesso modo con tutti e due i piedi, era più bello da vedere. Ma Stefano ce l’ha sempre avuto dentro: aveva una determinazione, una grinta, una fiducia in se stesso che non avevamo né io né Leo. Quando ci capitava di fare provini, magari al Parma, con giocatori più vecchi e conosciuti, lui non aveva nessun problema a entrare duro, Leo e io eravamo più timidi. Quando fecero il provino con il Bologna, in macchina mio padre rivela ‘Leo lo vogliono rivedere, tu Stefano no: dicono che non farai carriera, che tra due o tre anni smetterai’. ‘Ah si, hanno detto così? Allora vuol dire che diventerò un professionista’“.
“Mamma non è mai andata a vederlo. Dice che una partita coi figli o nipoti giocatori la sopporta, coi figli allenatori no. L’abbiamo convinta solo una volta, nel 2012, Bologna-Napoli, solo perché il Bologna era già salvo. Mio fratello si è ispirato a tanti suoi maestri, prima di tutto sul piano umano: Osvaldo Bagnoli, Claudio Ranieri, Giovanni Trapattoni, di cui ha sempre detto che è una persona speciale. So che ammira molto anche Guardiola. Si aggiorna con tutto lo staff, con suo figlio Gianmarco che gli da da assistente per la tattica. Ma il vero segreto credo che sia l’essere rimasto se stesso, il ragazzo dei Prati Bocchi che quando torna a Parma va a cena con Aurelio, Alessandro, Romano, i suoi vecchi compagni della Coop“.