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Sacchi: “Milan che non si vedeva da mesi contro la Lazio. Era un test molto difficile: ritrovati gioco e spirito”

Lo storico tecnico rossonero Arrigo Sacchi ha commentato sulle pagine della Gazzetta dello Sport odierna il momento di Milan e Inter dopo il derby e il quarto di finale di Coppa Italia. Ecco le sue parole sulla squadra di Pioli.

I rossoneri, dopo la vittoria poco convincente nel derby, hanno ritrovato gioco e spirito, travolgendo in Coppa Italia per 4-0 la Lazio di Sarri. Il team di Pioli è riapparso come da mesi non si vedeva. La Lazio veniva da una brillante vittoria in trasferta (3-0) sull’ostica Fiorentina. Quindi un test difficile, che avrebbe permesso di valutare la vittoria rossonera di tre giorni prima e avrebbe potuto dare la spinta per ritrovare il filo del gioco. Anche il collettivo, che in un recente passato aveva permesso al Milan di stupire tutti e di raggiungere la vetta del campionato“.

Sulla gara: “I rossoneri hanno annichilito gli uomini di Sarri grazie a un pressing feroce, attuato da una squadra tornata corta, compatta e sinergica. Il pressing, dimenticato negli ultimi mesi, ha permesso di portare via molti palloni e compiere ripartenze letali con i vari Leao, Diaz, Messias e il cecchino Giroud“.

L’elogio al Milan: “Abbiamo ammirato un collettivo dove le distanze fra i vari reparti erano ridotte, il Milan ha giocato da squadra con tutti i vantaggi che ne derivano: uno per uno uguale uno, uno per dieci uguale dieci. Solo in questo modo si aumentano autostima, forza, comunicazione e soluzioni. Finalmente si è vista una formazione attenta, pensante, intelligente e con collaborazione continua. Efficaci le tempistiche, gli attacchi negli spazi, il movimento continuo di tutti gli undici, con un possesso-palla più ordinato e al quale tutti hanno partecipato. Anche la linea difensiva era precisa, così come le diagonali, i raddoppi, i posizionamenti preventivi che hanno permesso di evitare rischi“.

Sulle difficoltà incontrate dai rossoneri: “Quali sono i motivi per cui i rossoneri non riuscivano più a giocare in questo modo? Forse la trappola del successo: ritenersi già arrivati o pensare che vincere fosse la cosa più semplice. O forse i molti infortunati, anche se il carattere, la modestia, la generosità e il collettivo avrebbero potuto compensare le tante assenze e pure l’inesperienza e la giovinezza di molti“.

E conclude: “Credo che l’etica del lavoro, della volontà e del gioco possano permettere di raggiungere traguardi che andrebbero ben oltre gli investimenti economici attuati dal club. A Pioli il compito di far crescere i giovani nei concetti di gioco e di squadra, in modo da formare un collettivo che abbia una identità forte. E in effetti il bravo Stefano sta cercando di dare uno stile di gioco senza rinunciare alle proprie idee di ottimo stratega. Del resto, per convincere i giocatori dovrà essere lui il primo ad essere convinto. Buon lavoro“.

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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