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Shevchenko e il Milan, questa volta da avversari: una sfida tra passione e sentimento

Genoa-Milan non sarà solo la quindicesima giornata di campionato, ma una serata storica per il neo allenatore del grifone, Andriy Shevchenko ed i rossoneri, per la prima volta da avversari. Una storia d’amore nata del 1999, 22 anni fa, che non pare destinata a terminare. Negli ultimi anni, si è perso il conto delle sue presenze a San Siro per riabbracciare i tifosi e riassaporare il calore dello stadio.
Questa sera, però, la sfida avrà un sapore diverso: il Milan è obbligato alla vittoria, e non vuole farsi scrupoli nei confronti di un ex così importante. Anche l’ucraino, però, è della medesima idea. Nelle ultime ore, ha dichiarato: “Farò di tutto per metterli in difficoltà. Per una volta non farò il tifo per il Milan”. Ed attenzione, perché viste le ultime uscite della squadra di Pioli, con la squadra stanca e fisicamente e mentalmente, giocare al Ferraris non sarà facile. Da quando è arrivato in Italia, Sheva sta provando a dare una identità che manca da un po’ ai liguri, così come i risultati. Il calendario non è per nulla semplice, perché i rossoblù, dopo il Milan, sfideranno Juve, Samp, Lazio e Atalanta.

Genoa: Andriy Shevchenko
Genoa: Andriy Shevchenko – MilanPress, robe dell’altro diavolo

L’unica pecca, potrebbe essere il luogo del match: fosse stato al Meazza, avremmo parlato di qualcosa di strano e straordinario nello stesso momento. D’altronde, Shevchenko rimane il secondo marcatore della storia rossonera, con 175 reti, che hanno portato la squadra a conquistare ogni trofeo possibile, mentre al Re dell’Est, il pallone d’oro nel 2004. Le lacrime di gioia, del 28 maggio 2003, con la conquista della Champions League, grazie al suo tiro di rigore decisivo, che lo ha reso una leggenda, resteranno per sempre nei ricordi.
E quel legame, costruito nel tempo, indissolubile con Paolo Maldini, e tutti gli altri suoi ex compagni, la dirigenza, che si mantiene in maniera costante. In realtà, entrando nello specifico, il rapporto più intenso è quello con il presidente Berlusconi. Quando arrivò, lo fece sentire subito a casa, aiutandolo nelle difficoltà, quando l’ucraino si sentiva solo. Ad esempio, quando il padre ebbe problemi fisici, Berlusconi gli garantì cure, mettendogli a disposizione i suoi medici di fiducia. Oppure, quando il numero 7 gli chiese di battezzare suo figlio, e l’ex patron rossonero non ci pensò neanche un attimo, accettando.

Gli amori che non finiscono…

Ripercorrendo la sua carriera, si nota una piccola macchia, se così vogliamo chiamarla, ovvero il suo addio nel 2006. Il suo passaggio al Chelsea colpì il cuore di tutti, ma raggiunti i trent’anni, la sua voglia di cercare nuove esperienze lo costrinse ad andare via. Per vari problemi, soprattutto fisici, la sua avventura londinese non andò bene, e dopo due anni fece ritorno a Milano, ma in prestito secco. Solo un uomo pieno di sentimenti e di passione, riesce a far mettere da parte la rabbia ai tifosi, facendogli completamente dimenticare il “tradimento”. Il suo percorso, una volta lasciati i Blues, fu tornare nella sua terra, per concludere la carriera alla Dinamo Kiev, fino al 2012. E proprio lì, intraprese il ruolo da allenatore, insieme ad un altro cuore rossonero, Mauro Tassotti. In molti, avranno ancora agli occhi la splendida cavalcata della sua Ucraina all’Europeo 2021, con l’uscita ai quarti contro un’Inghilterra troppo più forte. Le sue squadre giocano, e lo fanno anche bene. Ama mettere in campo calciatori tecnici, che diano imprevedibilità, e soprattutto che sappiano gestire il pallone. E quel sogno, che anni fa si è ripromesso di realizzare, ovvero di tornare al Milan da protagonista, da guida della squadra, potrebbe realizzarsi. Soprattutto se i risultati dovessero incrementare sempre di più.
Dunque, i riflettori saranno tutti per lui, e sarà storico ed esaltante. Perché chi ha dimostrato affetto ai tifosi del diavolo, storicamente molto esigenti, difficilmente potrà passare in secondo piano, soprattutto se continua a manifestare rispetto nei confronti dell’ambiente. Sheva è, e resterà un signore del calcio.

Andriy Shevchenko - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Andriy Shevchenko – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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