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Sacchi: “Il Milan gioca il calcio più vicino all’internazionalità. Pioli adesso imprime uno stile suo, ma…”

L’ex allenatore del Milan, Arrigo Sacchi, è stato protagonista di una lunga intervista all’edizione odierna del quotidiano La Stampa, parlando, tra le altre cose, del momento attuale della squadra rossonero: “Sulla carta non è la più forte, ma gioca il calcio più vicino all’internazionalità, inoltre è squadra nello spirito e questo l’aiuta a esserlo nel gioco. Accanto ai giovani, interessanti, ci sono due o tre elementi maturi che però conservano entusiasmo e generosità. Hanno subito diversi infortuni, può capitare, ma speriamo che la sfortuna non si accanisca: Pioli ne risentirebbe, non ha una rosa come quella del Napoli. Le difficoltà in Champions? Significa che la crescita non è completa, ma va anche detto che il cammino non è stato agevole: oltre ad Atletico Madrid e Liverpool, nel girone c’è il Porto che non casualmente, un anno fa, ha eliminato la Juventus. I portoghesi giocano in undici, sono polivalenti, si muovono senza pensare perché hanno automatizzato i movimenti“.

Sacchi prosegue: “Ibrahimovic? Dio gli ha dato tantissimo e non sempre ne ha approfittato perché pensava gli bastasse, oggi però gioca per la squadra ed è recuperato al collettivo. È straordinario, forse nel derby poteva essere cercato un po’ di più. Difficile, in generale, trovare un calciatore d’esperienza che sappia essere generoso e intelligente. Maldini dirigente è una sorpresa solo per chi non lo conosce: è bravissimo, non bravo. Positivo, propositivo, ha cultura e conoscenza. Ed è ben supportato da Massara“.

Sacchi conclude con il duello Milan-Napoli per lo Scudetto: “Spalletti è sempre stato un buon allenatore, solo dava la sensazione di non riuscire a esprimersi totalmente. Pioli adesso imprime uno stile suo: prima non si vedeva, potevano essere squadre di tutti. Deve portarlo avanti fino in fondo, però: con l’Atletico Madrid, rimasti in dieci, è tornato un allenatore “italiano”, fuori gli attaccati e tutti difensori e centrocampisti. Io credo di non aver mai perso in dieci contro undici, nemmeno al Mondiale. E ho sempre difeso lo stile: non lo avessi fatto, avessi cercato compromessi, avessi ascoltato i giocatori che al tramonto di partite bloccate chiedevano di lanciare i palloni in area per sfruttare il gioco aereo, il mio Milan non avrebbe ricevuto tanti riconoscimenti prestigiosi. Per lo scudetto c’è anche l’Inter, però: non ha il coraggio del Milan, ma come qualità individuale è superiore“.

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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