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Gianmarco Tognazzi: “La scelta di Donnarumma non ha giustificazioni: è una delusione. Calhanoglu non può…”

Gianmarco Tognazzi, attore e grande tifoso rossonero, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del canale YouTube di Carlo Pellegatti. Ecco le sue parole, dure, su Gigio Donnarumma e Hakan Calhanoglu.

Sull’addio di Donnarumma: “Il capitano si comporta in una maniera diversa e si deve comportare in una maniera diversa. Bisogna parlare chiaro, oppure non parlare nemmeno all’inizio. Baciare questo simbolo è qualcosa che devi permetterti di fare se poi hai la caratura umana e professionale di mantenere quel bacio, altrimenti non devi azzardarti a farlo. Con tutto rispetto, la sua scelta non ha giustificazioni. Non c’è sogno più grande per un bambino, per un professionista diventare il simbolo e la bandiera di una squadra natural durante, soprattutto se sei tifoso. È un’occasione eccezionale. Ecco perché per me è incomprensibile. Capisco tutto, però se la scelta fosse quella del PSG io non la capirei. Io l’ho giustificato sull’età, fino alla fine ci ho sperato. Non capisco l’occasione persa, credo che non abbia vinto nessuno, ma abbia perso Gigio. Lo sento dalle parole di mio figlio che è cresciuto con lui, aveva la maglietta di Gigio e mi ha chiesto l’altro giorno di levare la sua maglia dalla stanza. Hai patito tanto per arrivare dove sei arrivato, sei il capitano e il futuro della squadra. È una delusione. Dì che sei riconoscente, ma rimani nel tuo se sai di non avere la forza“.

E conclude sull’argomento: “Il Milan viene prima di tutto e Nesta ha spiegato benissimo cosa significa. Se Paolo Maldini chiama, si risponde. Devi prenderti la responsabilità e devi metterci la faccia“.

Su Calhanoglu: “È qui da anni, non può fare quella dichiarazione sul Galatasaray. Cosa siamo, un rincalzo? Io oggi ti direi: ‘Sai che c’è? Io ti do meno oggi se vuoi rimanere, altrimenti prego, quella è la porta’. Noi siamo il Milan, la più importante società di calcio italiana nel mondo, punto“.

Sulla settimana post Milan-Cagliari: “Quella settimana l’ho vissuta molto arrabbiato. Precedentemente ero fiducioso, ma anche spaventato, perché è una squadra che ha il rischio, di fronte a grandi prestazioni, di crederla un po’ troppo. Quel grado di rilassatezza, di troppa sicurezza di portare a casa la partita contro il Cagliari. Non c’era quell’aggressività e determinazione, cosa che c’è stata contro l’Atalanta. Se avessimo vinto contro il Cagliari, invece, sento che avremmo rischiato di non arrivare secondi“.

Sul momento della svolta: “Il momento di svolta vero e proprio è stato quando Gazidis ha capito di continuare con il progetto Pioli-Maldini-Ibrahimovic. Il problema di questi anni è stata la discontinuità, significa trovare automatismi nel tempo. Paradossalmente nel Milan sono stati trovati nel lockdown. Era necessario non ribaltare tutto in quel momento. Una squadra che tiene quei ritmi, non ha una sosta e diventa campione d’inverno non può non avere un calo. Pioli è un coordinatore, un grande psicologo oltre al gran tecnico che è, poi c’è la figura forte di Ibra, allenatore in campo. È stato creato il giusto equilibrio, non si può ragionare solo per carota o solo per bastone“.

Sulle difficoltà: “Le difficoltà il Milan le ha trovate con le squadre più piccole paradossalmente. Se l’è giocata con tutti alla pari ed è una grande soddisfazione rispetto agli ultimi anni. Abbiamo avuto il problema di arrivare a 22 rigori contro il Rio Ave, trovare difficoltà contro squadre come Verona, Sampdoria in casa. In Europa questo non succede“.

Sul mercato: “Credo che con le prerogative di quest’anno e la conferma di gran parte del gruppo si potrà fare bene. Abbiamo visto come si muove la società sul mercato, in silenzio. Ci saranno difficoltà, come la Coppa d’Africa, servirà qualcosa in quel reparto. C’è stata la conferma di Tonali, il mancato riscatto di Meite. Per me bisognerebbe trattenere Pobega, ha fatto un meraviglioso campionato: non bisogna avere rimpianti come Locatelli. L’errore si poteva fare tranquillamente con Calabria all’inizio dell’anno ed invece ora si critica la mancata convocazione in Nazionale“.

Sul sostegno della Curva Sud: “Credo che le dimostrazioni della Curva a Milanello quest’anno siano state emozionanti, commoventi. Io li ringrazio, perché quello per me è il modo di tifare“.

Gianmarco Tognazzi
GianMarco Tognazzi – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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