HomePrimo PianoIncognita Leao. Investimento fallimentare o risorsa su cui puntare?

Incognita Leao. Investimento fallimentare o risorsa su cui puntare?

Nella scorsa campagna acquisti estiva la dirigenza del Milan si è mossa per acquistare calciatori giovani a prezzi ed ingaggi contenuti, gente di prospettiva che possa rappresentare un investimento per il futuro. Questa è, e sarà anche nell’immediato futuro, la politica del Fondo Elliott sulla gestione della squadra, con il braccio destro Ivan Gazidis che avrà il compito di farla rispettare. L’acquisto simbolo di questo nuovo modus operandi fu certamente quello di Rafael Leao. L’attaccante portoghese arrivò a luglio scorso a titolo definitivo dal Lille, dietro ad un esborso di 23 milioni cash più il cartellino del difensore, allora in forza alla Primavera rossonera, Tiago Djalo, valutato circa 5 milioni. I 28 milioni complessivi dell’affare tra il Milan ed i francesi fanno di Leao l’investimento più importante e costoso dell’intera sessione di mercato milanista. Premettendo che meno di sette mesi di stagione non sono sufficienti per dare un giudizio definitivo sulla validità di un’operazione, si può certamente trarre un primo bilancio sul giovane lusitano.

Leao ha avuto senza dubbio un impatto positivo con il nostro campionato. Dopo aver trovato poco spazio nelle amichevoli estive e nelle prime due giornate di campionato, fu a sorpresa mandato in campo dal primo minuto da Marco Giampaolo nel derby contro l’Inter della terza giornata. Schierato sulla fascia sinistra in un 4-3-3 con Piatek punta centrale, il non ancora 20enne rossonero, creò non pochi grattacapi a Diego Godin e fu certamente considerato uno dei pochi positivi nella brutta sconfitta del Milan nella prima stracittadina stagionale. Risposte positive arrivarono anche contro Torino, Fiorentina e Genoa. Con alti e bassi e momenti di poca presenza durante la partita, Leao è stato certamente uno dei migliori durante la sfortunata gestione Giampaolo. Al Milan erano certi di aver acquistato un ottimo prospetto che aveva tutte le carte in regola per esplodere con il passare del tempo. Con Stefano Pioli, invece, l’ex Lilla è partito titolare da prima punta e, fino all’arrivo di Ibra, ha sempre giocato lì, ma non ha mai convinto del tutto.

L’arrivo dello svedese ed il conseguente passaggio al 4-4-2 ha permesso a Leao di giocare insieme ad Ibra in attacco, muovendosi su tutto il fronte offensivo. Inizialmente gli insegnamenti e la guida di Zlatan hanno fatto bene alla punta rossonera ma, successivamente, ha pagato l’esplosione di Rebic ed è stato costretto ad accomodarsi spesso in panchina. Nel complesso il rendimento è stato un po’ troppo altalenante e, considerando anche i soli due gol realizzati in stagione, per molti si può già considerare un acquisto fallimentare, uno dei tanti negli ultimi sciagurati anni del Diavolo. Buone qualità palla al piede, una certa facilità a saltare l’uomo, ottima velocità, ma troppa poca sostanza. Insomma, tanto fumo e poco arrosto. Questa è l’impressione ed il giudizio generale che molti hanno dato sui primi sette mesi rossoneri di Leao. Opinioni condivisibili e che non si possono negare, ma vista la giovane età (21 anni da compiere a giugno) e le potenzialità che il ragazzo ha fatto intravedere, forse bisognerà aspettare prima di dare dei giudizi definitivi o addirittura di sbarazzarsi troppo facilmente di lui. Magari non come punto fermo della futura prima linea rossonera, ma il portoghese merita sicuramente una seconda chance.

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