Davide Calabria ha parlato ai microfoni di Milan TV nel corso della trasmissione “Inferno del lunedì“, nell’insolita giornata di martedì. Ecco le parole del terzino rossonero, reduce da un inizio di stagione maiuscolo.

Sulla sua duttilità: “Io dove c’è bisogno di giocare gioco. Sono stato sempre un jolly anche nel settore giovanile, sono nato centrocampista, poi sono stato messo terzino con Inzaghi. Per fortuna oso dire a questo punto. Giocare in più ruolo è una cosa molto positiva per un giocatore“.

Sul suo modo di fare: “È lo stile Milan, fin da piccolo ti crescono con disciplina, regole, rispetto per tutti, ma paura di nessuno. È una cosa che ti passano sin da ragazzino, è stata una cosa bella crescere con questa maglia ed ora giocarci. Ti entra dentro“.

Sul passato: “Ho passato un anno negativo, soprattutto nei primi mesi. Abbiamo sofferto anche per i risultati. Mi ero lasciato troppo abbattere, poi ho capito che non serviva a nulla. Non dobbiamo pensare di essere soddisfatti ora però“.

Sulla sua spinta offensiva: “All’inizio era il mister che chiedeva di stare più arretrato, era questo il modo di giocare, con Theo più alto ed io più basso. Ho lavorato molto con il mister. L’indole di giocare avanti l’ho sempre avuta, ultimamente arrivo più spesso in area, ma anche perché il mister vuole così. Un attaccante in più può fare bene“.

Sul supporto dei tifosi: “Son contento perché ovviamente fa piacere che i tifosi apprezzano quello che stiamo e sto facendo. Stiamo lavorando molto usando sempre la testa. C’è stato molto lavoro dietro, son contento di quello che sto facendo, ma è merito anche della squadra“.

Sulla situazione pandemica attuale nel calcio: “Sicuramente hai meno distrazioni, rimani sempre sul pezzo, sulle partite e sugli allenamenti. Sicuramente ad una squadra tanto giovane questa cosa è servita“.

Sul fatto che vinca i duelli contro i grandi giocatori: “Mi stimola molto. Già da inizio anno, vedendo i numeri, è una cosa che mi faceva molto piacere. Limitando la star avversaria, è una cosa che influenza la partita. I colpi di genio dei giocatori che abbiamo affrontato potevano metterci in difficoltà, sono contento di essere riuscito a limitare“.

La difficoltà di quest’anno: “I primi minuti da centrocampista, quando dovevo riadattarmi. Non ne ho trovate altre“.

Sullo scudetto: “Ovvio che ci pensiamo, se siamo lì non è un caso. Lo stemma che indossiamo sul petto deve portare ad ambire allo scudetto, non abbiamo paura di pronunciarlo. L’obiettivo di inizio anno era un altro, ma non dobbiamo avere paura di pronunciarlo“.

Su Cafu: “Non mi piacciono i paragoni, Cafu è Cafu, io voglio fare la mia carriera. Piano con i paragoni, lui è stato uno dei migliori di sempre nel ruolo“.

Su Kobe Bryant: “È stato uno dei miei idoli, non solo per lo sport, ma per la vita in generale. C’è poco da dire, mi è dispiaciuto davvero tanto“.

Sul momento della squadra: “È una cosa che ti entra dentro. È nato come quasi per caso, abbiamo lavorato ed ora ciò sta ripagando. Continuare su questa strada è possibile, non dobbiamo mollare. Dietro ci sono squadre più attrezzate, ma credo che con questo spirito e la voglia di lottare fino all’ultimo minuto possiamo continuare a fare bene“.

Sull’aiuto della società: “Come ha detto il mister, se questa volta può essere rafforzata, è giusto che la società ci possa dare una mano. Tra Covid ed infortuni è un periodo abbastanza difficile, ma ce la facciamo e sapere che dietro c’è una società che ci aiuta ci fa piacere“.