Davide Calabria è stato il protagonista inatteso di Milan-Juventus nonostante la sconfitta dei rossoneri. Inatteso non per il rendimento fin qua avuto ma perché schierato in un ruolo non suo. Aveva già giocato Davide a centrocampo, in un Milan-Fiorentina 0-1 deciso guarda caso, come ieri sera, da Federico Chiesa. In quel caso fece la mezz’ala, ieri sera schierato in coppia con Kessiè. La sua prestazione è stata sorprendente ed esempio di duttilità e sacrificio, il tutto impreziosito da un gol di pregevole fattura, il secondo in questo campionato. Ma fino ad un anno fa il suo futuro era tutt’altro che a tinte rossonere.
Lo ha ammesso lo stesso Calabria a fine partita, quando San Siro ti prende di mira non è facile invertire il trend e far ricredere i tifosi. Se non hai un carattere forte a queste pressioni non reggi, ma in suo “aiuto” e forse chissà anche di altri suoi compagni è arrivata la chiusura degli stadi. Questo periodo, purtroppo ancora in essere, ha probabilmente svoltato la carriera del numero 2 rossonero. Ora gioca con personalità e senza timore. Ora ci sarebbe bisogno proprio di quel pubblico che lo fischiava mesi fa. Il cambiamento è racchiuso nei numeri stagionali che raccontano di un Calabria primo per contrasti vinti nel campionato. Una trasformazione radicale, senza però mettere da parte quelle caratteristiche che sono evidenti nel ragazzo: umiltà e sacrificio.
Una prestazione come quella di ieri sera è il frutto della sua voglia di non mollare quei colori che lo accompagnano sin dai primi passi nel settore giovanile rossonero. Un amore che ti porta anche a sacrificarti in posizioni del campo che non sono tue. Ieri sera Pioli avrebbe potuto cambiare modulo o arretrare Cahlanoglu, invece ci ha messo Calabria. Non una scelta dettata dal caso, ma motivata dai trascorsi da centrocampista nella Primavera. Ma un conto è giocare in quella categoria e un altro è giocare contro la Juventus. Prestazione maiuscola. Una prestazione che se comparata al suo compagno di reparto di fascia sinistra fa veramente strabuzzare gli occhi. Nessuno si sarebbe immaginato un anno fa che Calabria potesse offrire una prestazione ben superiore a quella di Theo Hernandez, oltretutto fuori ruolo. Il giorno dopo già si sprecano i paragoni con Kimmich, capace di interpretare sia il ruolo di terzino che di centrocampista. Non sappiamo se questa potrà essere un’evoluzione nella carriera di Davide. Si può sicuramente dire che ora ha una convinzione nei suoi mezzi che non può che portare ad una costante crescita. Ora l’ultimo tassello sarebbe quella di prendersi quegli applausi, di quel S.Siro che Calabria oggi meriterebbe.