Brahim Diaz è quello che nel basket definiscono quinto uomo. È quella variabile impazzita che può farti vincere le partite nel giro di qualche secondo. Variabile che però ha un rovescio della medaglia pesante. Quando non è in giornata, può risultare come fastidioso, irriverente, da prendere e cacciare subito.
L’APPROCCIO DI DIAZ AL MONDO ROSSONERO
Il suo avvio in maglia rossonera è stato più che discreto. Il folletto spagnolo ha brillato nelle prime apparizioni e si era candidato a qualcosa di più di un semplice vice Calhanoglu. Il gol a Crotone lo ha imposto come primo cambio offensivo nonostante il periodo di ambientamento fosse ancora relativamente breve. Sempre titolare in Europa League l’ex Real Madrid ha mostrato sin dalle prime apparizioni internazionali perché Maldini ha insistito tanto per portarlo a Milanello.
LA TRASFORMAZIONE TRA ITALIA E EUROPA
I numeri parlano chiaro, 10 presenze in campionato con 1 gol e 1 assist e 453 minuti in campo. È in Europa League che da Dottor Brahim si trasforma in Mister Diaz. L’ex pupillo di Guardiola ha collezionato 6 presenze con 3 gol, segnando per 2 volte al Celtic uno all’andata e uno al ritorno e 1 gol allo Sparta Praga a San Siro.
LA GRANDE OCCASIONE
Le ultime prestazioni nella competizione nostrana però sono state veramente poco brillanti a partire dalla sfida contro la Sampdoria, con lo spagnolo sostituito alla fine del primo tempo per far posto al più brillante e incisivo Hauge. L’ultima panchina contro la Lazio suona come una pesante bocciatura. Oggi è la giornata della grande occasione, Pioli contro il Benevento darà ancora una volta fiducia al “piccolo” spagnolo. Questa volta in una posizione inedita, quella di attaccante esterno che parte dalla destra, considerata l’assenza di Saelemaekers per infortunio e le condizioni fisiche non ancora perfette di Samu Castillejo.