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Oliver Bierhoff: “Essere primi significa che c’è fiducia, di questi tempi può essere l’annata positiva”

Oliver Bierhoff, ex sia di Udinese che di Milan, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. L’ex attaccante tedesco ha parlato in vista della gara di quest’oggi alle 12.30 tra le due compagini. Ecco le sue parole.

Sul primo ricordo di Milanello: “Da bambino andai con mio papà che era amico di Schnellinger, ma ho in mente quello da calciatore. Il Milan veniva da due stagioni deludenti, 11° e 10° posto. Ero stato preso con Helveg e Zaccheroni, sapevo già come lavorava. Ma mi ha colpito che a Milanello sono stato messo subito al tavolo delle bandiere: Costacurta, Albertini, Maldini, Boban e Rossi. Che orgoglio. Ho compreso che ero seduto tra coloro che ti facevano capire subito la mentalità Milan e la vita lì“.

Sui debutti con le due maglie con gol: “Nell’esordio da professionista feci due reti, anche in Austria. Mi ha aiutato. Forse più a Udine, dove in preparazione avevo un po’ difficoltà e questo gol mi ha sbloccato. Poi era contro la squadra di Trapattoni che aveva appena lasciato il Bayern. In Germania ne parlarono tutti e mi spinse. Anche al Milan partii con il vento in poppa ed era importante per una piazza che ha sempre grandi aspettative“.

Sui presidenti Pozzo e Berlusconi: “Grandi presidenti, mi hanno dato tanto. Berlusconi molto gentile, ma era il momento della politica e lo vedevamo meno. Si sentiva che era molto legato ai giocatori dei suoi grandi successi. Quando il Milan voleva acquistarmi io avevo avuto un’offerta dalla Juve. Mi chiamarono per sapere se avevo già firmato e dissi di no e mandarono il loro aereo privato, perché in autostrada da Udine a Milano c’era traffico. Era simbolico per quei tempi. In due giorni ci accordammo. Pozzo non parlava tanto ma amava andare nello spogliatoio a sentire i giocatori. Ricordo quando entrava per annunciarci il premio doppio o per festeggiare. Con la moglie Giuliana, sempre presente, e con il figlio Gino era una famiglia che anche allora dava tanto alla squadra“.

Sul cambiamento del Milan: “Non vedo tutte le partite, ma sono felice, vincere il derby è importante. Non è il Milan di una volta, però sono segnali positivi su cui continuare. Primi in campionato e primi in Europa, significa che c’è fiducia e in questi tempi difficili per tutti, se hai un buon gruppo, una certa mentalità può essere annata sì, positiva“.

Su Ibrahimovic: “È sempre un fuoriclasse, straordinario, anche a 39 anni. Ha sempre possibilità di dare tanto, di caricare tutti“.

Sui classe ’99 che hanno segnato in Europa e sull’anno ’99, anno del suo scudetto rossonero: “Il ’99 continua a essere una buona annata per il Milan. Per me, orgoglio e soddisfazione di far parte di quella squadra. Il tempo passa, in nazionale abbiamo alcuni ’99, uno è Kai Havertz. Però io mi sento ancora giovane“.

Oliver Bierhoff ai tempi del Milan – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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