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Sheva: “Il rosso e il nero i colori della vita. Due giorni indimenticabili a San Siro: Scudetto e Pallone d’oro

“Il rosso e il nero sono i colori della mia vita. I colori della squadra che mi ha fatto diventare un campione d’Europa”. Comincia così l’intervista ad Andriy Shevchenko, pubblicata sul sito del Milan.

L’ex numero 7 ripercorre la sua carriera rossonera partendo dalla prima stagione, la 1999-2000: “Il Milan mi cercava già da due anni. Sapevo come lavoravano e come fosse il campionato italiano, era molto popolare da noi. Avevo 22 anni ed ero pronto per fare il salto di qualità in un campionato più competitivo e confrontarmi con le migliori squadre al mondo”. Sheva ricorda anche che non si ambientò immediatamente ma, grazie a Zaccheroni che lo inserì progressivamente, divenne il capocannoniere del campionato con 24 gol alla stagione d’esordio: “Il mister fu molto importante per me, un uomo intelligente con cui avevo un ottimo rapporto”. Poi un flashback sulla sua prima tripletta: “A Roma, contro la Lazio quell’anno giocai la mia miglior partita. Finì 4-4 e io feci tre gol”.

Sheva ricorda anche le difficoltà di una squadra in fase di ricostruzione fino al 2003 e i cambi in panchina – si alternarono Zaccheroni, Tassotti, Cesare Maldini e Terim – prima di Ancelotti. “La seconda stagione fu molto difficile, ma feci comunque 24 gol anche quell’anno”, aggiunge l’ucraino.

Nella mente di Sheva, oltre la finale di Manchester contro la Juventus, ci sono altri due giorni indimenticabili: la vittoria dello Scudetto e il Pallone d’oro alzato a San Siro. Della stagione 2003/04, culminata con la conquista del campionato, l’ucraino ricorda due momenti, entrambi contro la Roma, a cui segnò tre gol in due partite: “Era la diretta avversaria. La vittoria all’andata, all’Olimpico, segnò un punto di svolta. Da lì capimmo che potevamo vincere il campionato. A maggio ci siamo riusciti, proprio nello scontro diretto. Uno dei momenti più belli della mia carriera“.

A dicembre di quell’anno Sheva solleverà il più ambito premio individuale per un calciatore: “Ho meritato il Pallone d’oro al termine di un anno molto emozionante per me. Non scorderò mai l’affetto dei tifosi quando l’ho ricevuto e alzato a San Siro”.

Prima di concludere un pensiero all’Italia: “Milano è la mia seconda casa e mi sento molto vicino al popolo italiano. Sono brava gente, soprattutto i tifosi del Milan”.

 

 

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