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Ex Milan, Filippo Maniero: “Ancora oggi vivo di rendita, venendo dal basso ho imparato a gestire i soldi. Il calcio? Una fortuna”

Filippo Maniero, passato nel Milan nello scadere degli anni 90, è stato intervistato dal Corriere della Sera. L’ex attaccante è un esempio di virtuosismo, in quanto ancora oggi ammette di vivere di rendita grazie alle decisioni prese con saggezza in passato.

Oculatezza economica:Il calcio mi ha dato tutto. Fama, soldi, popolarità, mi ha permesso di trasformare in un lavoro una mia grande passione. Io ero figlio di un operaio dell’Enel, venivo dal basso, da una famiglia umile e che viveva in modo essenziale. Da mio padre ho imparato a gestire il denaro, a non fare mai il passo più lungo della gamba. Non mi sono mai montato la testa. Era una sensazione nuova, io che dovevo stare attento a tutto improvvisamente non avevo più alcun problema. Ma dentro di me c’è sempre stata la consapevolezza che un giorno quel privilegio sarebbe finito. Per questo già allora cominciai a mettere via soldi affidandomi a chi ancora oggi mi amministra il patrimonio. Nessun investimento rischioso, nessuna manovra spericolata. Sempre il passo lungo quanto la gamba, come mi insegnò mio padre da quando ero piccolo“.

Vivere di rendita:Il calciatore può vivere di rendita se arriva ad alti livelli e ha la testa sulle spalle. Dirò di più, per me è una cosa assolutamente normale. Ho avuto una grande fortuna e ho cercato di non dilapidarla, mi sono concesso qualcosa, ho rinunciato all’auto che costa quanto una casa, alla scarpa firmata, a qualche altro vizio di cui si può benissimo fare a meno. Non ho un lavoro vero e proprio. Mi sono fermato da due anni, dopo aver allenato in categorie dilettantistiche con il patentino di base“.

Ricordi della sua carriera:Mi manca vivere lo spogliatoio di squadre dove c’erano tanti campioni. Sono riuscito a giocare nel Milan, la squadra per cui facevo il tifo sin da bambino e sono stato accanto a grandissimi giocatori. Ricordo Stromberg, Evair, Caniggia, Baggio, Mancini, Karembeu, Zenga, Recoba, Weah, Savicevic, Boban. Sono i primi che mi vengono in mente, ma ce ne sono tanti altri. Baggio? Il più forte con cui ho giocato, senza alcun dubbio. Il calcio lo guardo ancora, sì, ma non ne faccio una mania. Dopotutto si può vivere anche senza. Sono cambiate tante cose rispetto ai miei tempi, molte non in meglio purtroppo“.

Roberto Baggio
Roberto Baggio

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