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Roma, poi potenzialmente le prime di Bundes e Premier. L’Europa League più Champions di sempre

Tutte le strade portano a Dublino…passando per Roma. Un po’ tutti hanno avuto quel sentore: con tre squadre italiane su otto, impossibile non pensare all’Euroderby. Milan e Roma avranno a che fare al di fuori della Serie A, ostacolando un cammino verso la finale troppo avvincente per essere una seconda competizione continentale. Perché, se si vede il valore complessivo dei rimanenti otto club, si può considerare corretta l’affermazione del titolo, gentilmente suggerito dalla redazione. Oltre a loro sono rimaste Liverpool, Atalanta, Bayer Leverkusen, West Ham, Marsiglia e Benfica. In poche parole: alcune tra le squadre più in forma d’Europa, due campioni di UEFA Europa Conference League, quattro trofei di UEFA Europa League, sedici UEFA Champions League complessive e due prime in classifica nei propri campionati (anche se una a pari merito).

E il Diavolo si è beccato la finalista della scorsa stagione. La Roma deve vendicarsi della sconfitta con il solito Siviglia a Budapest, ed ora può contare di una solidità mentale semplicemente spaventosa. Si è passati da sconfitte quasi goffe con Lazio in Coppa Italia e Milan (per dirne due), a successi esaltanti come Feyenoord, Monza e Brighton. Mettendo in difficoltà la capolista Inter per una frazione di gioco, tra le altre cose. Il passaggio da Mourinho a De Rossi si può già definire vincente, perché è stata una scommessa definita da molti persa in partenza. L’ex Capitan Futuro si è ripreso il suo ambiente e ha dato personalità ad un gruppo in passato depresso.

Parlare dell’avversario in sé è quasi futile per un tifoso italiano. I giallorossi prediligono il 4-3-3, ma grazie alla rosa lunga (tema attualissimo per tutti) e alla versatilità dei singoli, si può sempre vedere qualche modifica tattica. Romelu Lukaku e Paulo Dybala, neanche a dirlo, sono i leader della squadra, ma i capitolini possono contare su campioni del mondo a centrocampo, promesse in porta e giocatori d’esperienza in fase offensiva. Su tutti, fa piacere rivedere un Lorenzo Pellegrini in forma Europeo: la fiducia dell’ex compagno di squadra ed ora mister si mostrano in prestazioni e partecipazioni ai gol. La differenza, come detto prima, è la mentalità: quando la Roma gioca in casa sembra davvero di andare in battaglia, e se prima si parlava di individualità incompiute ora si parla di un collettivo che si diverte insieme. Da notare la facilità con cui le punte vengono raggiunte centralmente anche da un filtrante che spezza le linee. Un punto debole? Fase difensiva da rivedere, soprattutto per la quantità di ammonizioni ricevute inutilmente.

C’è anche il Milan nel discorso, eh. Perché non si può scrivere solo belle parole per gli avversari, anzi. I rossoneri sono il fulcro del discorso quando si cita il calcio europeo. Come la stagione scorsa praticamente: il Diavolo incontra il Napoli già praticamente campione d’Italia nei quarti di finale di Champions League, e tra i tifosi azzurri c’è stato chi ha esultato dopo il sorteggio. Il blasone, però, ha vinto. Perché il DNA vale: quando c’è un inno della UEFA il Milan si lascia andare a gare di puro entusiasmo emotivo, andando a limitare il gap con avversari più forti (PSG quest’anno) o in forma. E sì, la squadra di Stefano Pioli non è stata brillante questa stagione e poteva fare di più…ma questo sermone è stato fatto anche nella primavera 2023. Su cosa devono puntare i meneghini? Non giocarsi tutto all’Olimpico nella partita di ritorno. Questa è tutta un’altra Roma.

Stadio Olimpico Roma Lazio
Stadio Olimpico di Roma – Milanpress, robe dell’altro diavolo

 

 

 

 

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