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Parolo: “Che ricordi di quel Cesena-Milan! Galliani mi voleva in rossonero, Lotito rifiutò”

L’ex centrocampista, tra le altre, della Lazio, ed oggi commentatore tv, Marco Parolo, è stato intervistato da Goal.com, ripercorrendo la sua carriera, che in qualche modo è legata anche al Milan. Queste le dichiarazioni di Parolo: “Che ricordi della vittoria del Cesena contro il Milan? Forse Ronaldinho quel giorno non aveva tantissima voglia perché eravamo ad inizio stagione, però quando toccava la palla era qualcosa di incredibile. La stessa cosa di Ibrahimovic, che fece una percussione centrale e un tiro fortissimo. Anche il rigore che sbagliò… Il palo tremava fortissimo. È stato il primo scontro con una vera big dove hai visto il talento e la forza di questi campioni però ti sei reso conto che se gioca al 100% con le tue caratteristiche puoi provare a metterli in difficoltà. È stata una serata magica per Cesena: l’esordio in casa in Serie A dopo tanti anni e la vittoria. È stata anche presa per me come una sfida: quando giochi contro i migliori puoi metterti alla prova e capire qual è la tua distanza da loro. A livello di talento era tantissima, però si poteva colmare con altre caratteristiche che col tempo sono andato a sviluppare e mi ha permesso di continuare a crescere“.

E la carriera di Parolo poteva proseguire proprio nel Milan: “C’è stato un momento per andar via dopo il primo anno alla Lazio, quando ho fatto 10 goal e siamo arrivati in Champions con Pioli. Lotito in estate viene da me e mi dice: “Marco, guarda che qua fanno offerte per tutti. C’è la fila per Felipe Anderson. Però l’offerta che ho rifiutato per te è quella del Milan”. Io non ci credevo e pensavo che fosse una presa in giro perché mi ero informato e non sembrava così. Ma anni dopo lo stesso Galliani, fermandomi mi ha detto: “Io ti volevo prendere ma il tuo presidente mi ha detto ‘Toccatemi tutti ma non Parolo’. Fu un gesto bellissimo da parte di Lotito per me. Io che da bambino era milanista, sarebbe stato bellissimo per me andare a Milanello: poi forse è stato meglio stare alla Lazio perchè in quegli anni eravamo più squadra rispetto al Milan che ha passato un periodo un po’ più difficile. Alla Lazio mi sono tolto più soddisfazioni. Il Milan di oggi non è il Milan di quel tempo lì, che era in una fase di passaggio dove non sempre riusciva ad ottenere risultati. Con la Lazio abbiamo comunque vinto tre trofei e questo è qualcosa per cui devo ringraziare Lotito. Contro la mia volontà mi ha fatto un favore”.

Un ultimo commento Parolo lo fa su Antonio Conte: “Conte è un allenatore che se parte vuole avere tutto in mano e vincere, stravolgere un po’ il sistema in cui è. Ha bisogno di una squadra in cui c’è un po’ di “sbando”. Vuole prendere il controllo totale, però ha anche bisogno di una proprietà che gli permetta di fare questo, che accetti che Conte sia il primo e non la società. A Napoli per questo faccio fatica a vederlo. Al Milan c’è forse una distanza tra il mondo americano e il mondo italiano. A meno che Ibra non possa fare il tramite e prendere ancora più potere, ma altrimenti faccio fatica a vedere questo aspetto. Il Bayern Monaco è una realtà che ti permette di fare questo perché all’estero si ragiona sul manager, sull’allenatore totale che in questi aspetti dove è responsabile di tutto, Penso che possa essere così anche se poi lui il meglio di sé lo dà in Italia perché riesce ad esprimere totalmente al 100% quello che è Antonio Conte. All’estero magari un po’ anche per difficoltà di lingue, perché a volte la frase in italiano che viene di pancia ti arriva diretta. Se è tradotta o comunque bypassata in un’altra lingua non è lo stesso. Lui in questo ti sa arrivare veramente tanto”, conclude Parolo.

Marco Parolo - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Marco Parolo – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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