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Il Milan non sa difendere, e scelte e mercato non aiutano: sarà così fino a maggio

Ancora una volta le montagne russe. Ancora una partita con poco equilibrio, in entrambe le zone del campo. L’ennesima in cui vai avanti e poi vieni ripreso dagli avversari. Rassegniamoci, amici milanisti: è questo il leitmotiv del Milan ’23/’24, e sarà così fino al 28 maggio. Una squadra da “vorrei ma non posso”, che ieri ha sprecato forse l’ultimo gettone per rientrare nella lotta Scudetto: portarsi a -5 dalla Juventus e a -3 dall’Inter (sebbene con due partite in più) poteva dare una visione diversa del finale di stagione, anche in considerazione dello scontro diretto tra Inzaghi e Allegri di settimana prossima.

Ed invece il Milan lascia due punti a San Siro, “condannandosi” di fatto a vivere in una sorta di limbo i prossimi quattro mesi di campionato: abbastanza al sicuro per quanto riguarda il piazzamento Champions, troppo lontano per sognare la seconda stella. La sfida contro il Bologna ha dimostrato – ancora una volta se ce ne fosse bisogno – che il Milan è una squadra che ormai, per scelta ormai cristallizzata del suo allenatore e necessità dovute alla costruzione della rosa (non ha in rosa centrocampisti difensivi), almeno un gol a partita lo concede sempre. Sono venticinque in ventidue partite di campionato, più di Inter e Juventus messe insieme, e di altre squadre più in basso in classifica.

Questo, di fatto, costringe il Diavolo ad essere quasi infallibile in attacco: se si hanno tante occasioni bisogna fare tanti gol, al netto di episodi sfavorevoli come quelli di ieri (i due rigori sbagliati e l’incrocio dei pali colpito da Reijnders su tutti). Anche perchè, ben prima dell’errore di Terracciano in occasione del 2-2 felsineo, il Milan di errori piuttosto gravi in fase difensiva ne aveva commessi altri, che non avevano portato a subire gol, come accaduto ad inizio ripreso con lo svarione di Kjaer che Zirkzee non ha tramutato in rete a due passi da Maignan.

Milan, fase difensiva molto complicata: per vari motivi…

Insomma, la fase difensiva del Milan è estremamente complicata, ed è evidente che c’è qualcosa che non va se al 90°, in vantaggio per 2-1, dopo una partita di questo tipo, concedi l’uno contro uno al Bologna, con Kjaer che va a prendere Zirkzee sulla linea laterale a trenta metri dalla porta e Theo lasciato senza raddoppio contro un Orsolini fresco. Ed è un qualcosa che non va nelle scelte dell’allenatore (alquanto inspiegabili i due cambi al minuto 88, a quel punto perchè non mettere Simic o Pellegrino?), ma anche in quelle in sede di mercato: il Milan non ha preso (e non prenderà) in questa sessione di mercato né un altro centrale di difesa, né soprattutto un mediano, nonostante l’addio di Krunic e il lungo infortunio che ha colpito Pobega.

Qualcuno in questi giorni ha scritto che non avrebbe molto senso “fare mercato” per un allenatore che quasi sicuramente la prossima stagione non siederà più sullo scranno di San Siro, ma in ogni caso esistono anche i trasferimenti in prestito, che ti permettono di prendere un giocatore che ti dà una mano nell’immediato, e poi a giugno verrebbe valutato dall’eventuale nuovo allenatore. Ma ultimamente siamo spesso a ripetere le stesse cose…

Twitter: @Juan__DAv

Milan: Yunus Musah, Theo Hernandez, Christian Pulisic, Simon Kjaer, Yacine Adli, Ruben Loftus-Cheek, Filippo Terracciano, Chaka Traorè, Luka Jovic, Olivier Giroud (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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