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Sacchi a Gazzetta: “Il Milan è una squadra senza continuità di risultati. Pioli? Ecco cosa ne penso”

Arrigo Sacchi, ex allenatore storico rossonero, e che tutt’ora si informa con interesse di ciò che succede all’interno del mondo Milan, ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole:

Quando ci sono situazioni del genere non bisogna cercare il colpevole, ma concentrarsi sui possibili rimedi. Devono farlo i dirigenti, l’allenatore e i giocatori“.

Sulla situazione:

Semplice: non è una squadra. O meglio: lo è a volte e poi ritorna al buio. Non ha continui- tà, troppo altalenante. A Salerno non c’era un collettivo, ma un gruppo sparpagliato per il campo. Ognuno fa per conto suo. La difesa è in difficoltà, perché gli attaccanti non aiutano. Questo è il vero problema“.

Sul tema infortuni:

Questo dipende anche dal fatto che il gioco non è quasi mai collettivo, ma individuale. Quando fai tutto da solo è più facile andare incontro a problemi fisici“.

Sulle scelte da fare:

Non credo che si risolva il problema mandando via l’allenatore. Pioli ha fatto ottime cose, ma non è riuscito a dare continuità al suo lavoro. Però va detto che non so se ci sia in giro uno in grado di dare continuità a questa squadra“.

Sul vero errore commesso dal club:

A mio avviso nel mercato estivo. Sono stati acquistati soltanto giocatori stranieri, che non venivano da esperienze brillanti e, in più, dovevano abituarsi al calcio italiano. Ma lo vogliamo capire che per un ragazzo che arriva dall’estero è complicato sintonizzarsi sulla nostra lunghezza d’onda? Hanno avuto difficoltà anche grandissimi campioni. Se costruisci una squadra completamente nuova e basata sugli stranieri, sarebbe necessario avere pazienza. Ma la pazienza nel calcio, si sa, è una merce rara“.

Sulle responsabilità:

Non starei lì a cercare le responsabilità dell’uno o dell’altro, a patto di capire, però, che bisogna cambiare indirizzo. Qui sono stati presi giocatori senza sapere quali erano i loro pregi e i loro difetti. Un calciatore, prima di tesserarlo, va valutato, va seguito, va conosciuto. Io, quando presi Rijkaard, lo feci monitorare da vicino per quindici giorni: nella relazione che mi portò il mio collaboratore c’erano scritte anche le sue abitudini alimentari. I giocatori bisogna andarli a vedere di persona, vogliamo mettercelo in testa?“.

Su come si comporterebbe se fosse Pioli:

Manderei in campo soltanto persone affidabili, quelle che danno le maggiori garanzie. Chi non ci sta, rimanga fuori. Al Milan dico una cosa: quando non c’è la forza morale, ognuno va per i fatti suoi. E’ quello che è accaduto a Salerno. Quindi, che scelgano prima di tutto uomini affidabili e che con questi formino un collettivo cui l’allenatore dovrà dare un gioco. Questa è la strada da seguire“.

Arrigo Sacchi - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Arrigo Sacchi – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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