Roberto Donadoni è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. L’ex icona rossonera ha voluto pronosticare come andrà Milan-Juventus, il grande incontro di questa sera.
Chi batte le punizioni nel Milan: “Senza Theo non mi pare che ci siano grandi tiratori, ho visto Giroud provarci spesso negli ultimi tempi ma insomma…“.
Che partita sarà: “Milan-Juve durerà tutto l’anno, è una competizione nella competizione tra due squadre che possono vincere lo scudetto. Il Milan mi piace, ha lo spirito giusto: dopo il derby ha avuto una grande reazione. Il vero peso di una grande squadra, però, si misura nei momenti di difficoltà: con la Juve non mancheranno, e dopo quel derby non si può sbagliare. Il mio Milan viveva per partite così, misurarsi con grandi rivali per noi era quasi una necessità: mi aspetto lo stesso approccio dalla squadra di Pioli. La Juve mi ha dato spesso l’impressione di voler gestire, oggi servirà aggressività: limitarsi ad aspettare le mosse degli altri è pericoloso, le ultime sconfitte dei bianconeri con il Milan lo dimostrano“.
Con Mirante non cambia molto: “Sì. Antonio è preparato, sa interpretare bene il ruolo anche fuori dai pali. È un ragazzo discreto, fuori dal campo direi essenziale nella comunicazione, ma in partita si fa sentire e dirige con personalità. E ha tutta l’esperienza per reggere l’impatto di un Milan-Juve“.
In contrasto con Sacchi su Leao: “Io trovo che Leao sia cambiato parecchio negli anni: oggi non lo vedi solo inventarsi il gol che risolve, lo vedi anche dare una mano senza palla. Ecco, quando non noteremo più i suoi recuperi, sarà diventato un campione“.
Quattro americani in Milan-Juventus: “E molta qualità. Weah ha spessore: non è mai facile quando sei ‘il figlio di’. Pulisic è già dentro al Milan, segna, dribbla, crea. Musah mi ha colpito: grande personalità, e ha solo 20 anni“.
La rinascita di Adli: “Bella storia, il suo senso di attaccamento ricorda quello dei milanisti del passato. E si sta giocando bene le sue carte: non è da tutti fare il play del Milan, e farlo bene“.
Juventus senza coppe, ma non è un vantaggio: “Per me lo stimolo della Champions ti migliora. E allena la testa dei giocatori“.
Chi la decide: “Dico Reijnders. In questo inizio col Milan ha dimostrato di saper fare davvero tutto. Gli manca solo il gol, per cui…“.