Da ieri sera sui social ha fatto capolino una nuova tipologia di tifoso milanista: la vedova di Rangnick. In questi anni ne abbiamo viste di tutti i colori e c’era da aspettarsi che anche la semifinale conquistata dal Lipsia portasse di riflesso con sé delle polemiche in salsa rossonera.
Anche i media che hanno crocefisso preventivamente Rangnick, da ieri ne hanno rivalutato magicamente le capacità. Ciò che si discosta dalle consuetudini italiche, da noi è oggetto di riserve e attacchi anticipati.
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Modelli ‘estremi’ e innovativi hanno bisogno di tempo, pazienza e piazze abituate a meccanismi di questo tipo. Importarli forzatamente in club con una tradizione consolidata é un po’ più complicato. Le pressioni e la necessità di svoltare in fretta, mal si sposa con queste strategie.
Inoltre nel calcio è tutto molto liquido. L’Ajax di Ten Hag lo scorso anno ha sfiorato la finale di Champions e quest’anno, anche se a seguito di cessioni importanti, ha vivacchiato in Europa League. Pertanto lo scorsa stagione c’era da prendere spunto solo dai Lancieri, ora solo dal Lipsia. Chissà da chi bisognerà copiare nell’estate 2021?
Forse più banalmente ad ogni società corrisponde un’attitudine. Spingere per stravolgere potrebbe creare più danni che portare vantaggi.