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In prima linea per la “nostra famiglia”: Yacine Adli ama il Milan, il Milan dovrebbe amare lui

Una bella sorpresa. Questa è stata la situazione uscita segretamente nei social rossoneri: all’oscuro di tutto il mondo della stampa, i calciatori del Milan si sono ritrovati per divertirsi un po’ prima dell’ultimo tratto della stagione. Manca la Juventus e manca il Verona, poi i giochi saranno ufficialmente conclusi. Qualche punticino e sarà di nuovo Champions League. Carica, quindi, per raggiungere un traguardo non così scontato per come si è messa la stagione.

Chi ha organizzato tutto a casa sua, però, è oggetto di riflessione. Perché non c’è stato nessun dirigente, nessun allenatore, nessun membro dello staff ma un giocatore, e che giocatore. Un ragazzo sfortunato, il quale meriterebbe di vedere di più il campo vista la passione per i colori che indossa e le qualità tecniche di fino. Si parla di Yacine Adli, uno dei più milanisti nello spogliatoio.

Perché lui c’è sempre. In prima fila durante la contestazione al Picco dopo l’umiliazione con lo Spezia, nonostante con il risultato c’entri poco o nulla, ed aggiungendo nel mentre una dedica ad un fratello algerino. Oppure sui social, dove si è visto cantare le canzoni dei Banditi, gruppo che va a salutare al fischio finale ogni volta che si gioca a San Siro, comunque vada. Ora questa festa per compattare il gruppo verso il successo.

Il messaggio scritto sulla torta è bellissimo. “Nostra famiglia“, in un italiano maccheronico ma penetrante nei cuori rossoneri. Perché lui, che ha 140 minuti suonati in tutte le competizioni, ha mostrato durante tutto l’arco della stagione di essere uno della squadra a tutti gli effetti. Se poi il mercato spiegherà altre vele, sarà un vero peccato.

Si può discutere del calciatore. Il Milan rappresenta il culmine del calcio mondiale, e veramente pochi eletti possono permettersi di indossare quella divisa sudata dai migliori della storia. Si può riflettere su idee tattiche e tecniche, se è effettivamente trequartista o mezzala o chi lo sa. Ma non si può dire che Yacine Adli non sia l’uomo di cui aveva bisogno lo spogliatoio: quando in passato si diceva il Milan ai milanisti, si intendeva chi è pronto a sacrificare il suo ego per il bene del collettivo. Ed il numero 7 ha dimostrato pure in questo caso di meritare un trattamento migliore. “Nostra famiglia“, anche grazie a te.

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