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Perché il 3-4-1-2 può funzionare e perché no. Pioli e le prove (tardive) di nuove soluzioni tattiche

È fisiologico dopo qualche anno perdere un po’ la capacità di tenere il timone. Se capita dopo un successo, in modo così verticale, destabilizza tutti, staff tecnico, squadra e naturalmente tifosi. Chiaro che in una condizione così limite, le colpe vadano suddivise tra tutti gli attori, ma solo alcuni di essi possono poi in effetti invertire la rotta con aggiustamenti, tattici o comportamentali.

Stefano Pioli ha il dovere di organizzare un lavoro in settimana propedeutico al match, metter mano alla formazione per dare più certezze e più in generale creare i presupposti per poter essere seguito, affinché le sue idee vengano espresse in campo e perfino esaltate, come abbiamo visto in questi anni.

Purtroppo quel abbiamo visto ieri, sopratutto nei primi 45 minuti, non si reggeva su queste premesse. Presentare la difesa a 3 dal primo minuto, come quasi mai avvenuto in precedenze nella sua gestione, per di più nel momento più delicato, è un po’ lontano da un accorgimento che possa dare sicurezza ad una squadra di suo impaurita.

Il 3-4-1-2 che abbiamo visto per larghi almeno tratti ieri sera, di per sé non è un modulo che questa rosa non possa supportare. Ha centrali come Thiaw in grado di adattarsi, sperando che Kalulu e Tomori tornino determinati e decisi come qualche mese fa. Sugli esterni, a destra Calabria, Saelemaekers e un domani anche Florenzi hanno nelle corde far i quinti e Theo sulla mancina potrebbe esaltarsi come fa con la sua nazionale. Dirimente per Hernandez è esser innescato coi tempi giusti dal centrale di sinistra, proprio come Upamecano fa magistralmente nella Francia.

Il lavoro di Tonali e Bennacer o degli altri centrocampisti, dovrebbe esser facilitato dalla densità sulla mediana e sia Diaz che De Ketelaere potrebbero far comunque i trequartisti, col belga che potrebbe in caso anche agire da seconda punta. In avanti l’assortimento potrebbe essere variegato e una quadra si può trovare.

Ciò detto, arrivare a queste opzioni in febbraio, con alcuni obiettivi sfumati e dopo un filotto così negativo, veste tutto di una luce perdente sebbene di per sé potrebbe non esserlo affatto. Si contesta la confusione, la tempistica ed un rapporto ai minimi termini coi big del roster, che ad oggi portano giù la squadra in classifica, nel morale e nelle aspettative. Che fosse tosta l’avevamo capito. Che lo fosse a questo livello temiamo di no.

Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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