Fikayo Tomori, due profili dello stesso volto. Il centralone inglese arriva da due prestazioni dal diverso approccio, così come il Milan. Con il Chelsea timore e testa che va contro alle gambe, impacciato e goffo; con la Juventus completa serenità e voglia di dimostrare chi è più forte, completa rivalsa. A San Siro, ormai casa sua e ben felice di ciò, Tomori ha zittito le critiche che lo stavano accerchiando, con uno sguardo che bruciava di passione.
Messo in coppia con Gabbia e allontanato dal muro con Kalulu (spostato a destra), ha dimostrato ancora di più responsabilità e voglia di vincere: il suo gol, dove si è girato (abitudini dalle parti di Milanello) a fine primo tempo, è stata solo la ciliegina sulla torta di una gara confortante. Come analizza la Gazzetta dello Sport, Fikayo è stato gestuale, quasi a dare indicazioni come se fosse un allenatore, e fa parte di una delle coppie meno “attaccabili” in uno contro uno, cercando più pressione possibile e aggredendo se c’è possibilità di staccare il pallone dai piedi avversari. In vista del Chelsea la figura di Tomori potrebbe essere decisiva: ripetendosi, Pioli ritroverebbe il suo vero numero 23, quello scudettato.