HomeIn evidenzaA 39 anni, così, con Svezia e Milan: in quanti possono farlo?

A 39 anni, così, con Svezia e Milan: in quanti possono farlo?

A chiederselo è proprio Zlatan Ibrahimovic: come si fa a 39 anni? A questi livelli, con queste pressioni, con ritmi serrati e un’attenzione mediatica inevitabilmente incalzante. Protagonista assoluto della rinascita del Milan, eroe sportivo a sorpresa nella sua Svezia: l’età non si fa sentire, domina la voglia di fare e lasciare il segno. La risposta alla domanda di Zlatan è quasi sottointesa: nessuno è come lui. Il suo rientro in Nazionale, dopo cinque anni, ha ingiustamente consentito al mondo dello sport di giungere a conclusioni troppo affrettate. E ancora una volta, Ibra ha risposto solo sul campo, dove le parole non servono. L’età resta solo un numero, i 39 anni di Ibra non si sentono e non si vedono: le sue apparizioni in Nazionale, che si aggiungono a numerosi record stagionali, sono la prova. Anche la sua assenza al Milan – causa Covid e infortuni – si è fatta sentire parecchio, lo svedese ha quindi conquistato la targhetta dell’insostituibile. Brutto da ammettere, arrivati a 11 giornate dalla fine della stagione, ma il Milan ha ancora tanto bisogno di Ibra. E anche Ibra, va detto, ha un po’ bisogno di questo Milan.

Futuro. E se il rinnovo non è scontato, sta senz’altro vedendo la sua percentuale salire. Il club, fondato sul credo dei giovani e dei giocatori di prospettiva, ha capito che serve anche l’esperienza, la qualità, la classe e l’esempio che Ibra ha saputo trasformare in armi per conquistarsi il titolo di leader indiscusso. Dentro e fuori dal campo, perché funziona così per i veri pilastri. Le cifre del rinnovo restano in primo piano, con il club che dovrà fare i conti anche per gli altri giocatori in attesa di un prolungamento. Insomma, non si può pensare ancora di “costruire” attorno a Zlatan – non se i prossimi sono 40 -, ma è indiscutibile la grandezza sportiva e umana del giocatore. Ivi comprese la fame e la capacità di fare branding con via Aldo Rossi.

Milan: Zlatan Ibrahimovic - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Zlatan Ibrahimovic – Milanpress, robe dell’altro diavolo

«Io come gli altri». Il rientro con la Nazionale, oltre ad un’occasione per ritrovare la famiglia, è stata una boccata di entusiasmo e consapevolezza. Un bagno di umiltà, con Ibra che ha rifiutato la 10 e la fascia da capitano: un ritorno in punta di piedi. Che, alla fine, ha fatto ancora più rumore del previsto. Quell’assist è ancora sotto gli occhi di tutti. Non rientrerà in anticipo a Milano, come si era detto qualche ora fa: ha scelto di restare low profile. «Io come gli altri» è il nuovo mantra. Fuori dal campo, ovviamente. Anche perché sul rettangolo verde ci sono una potenza fisica e un’intelligenza tattica ancora pari a pochi altri. Godine, Milan. Finché lo avrai. Finché ce n’è.

Milan: Zlatan Ibrahimovic - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Zlatan Ibrahimovic – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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