HomeNewsVirdis: "Le mie solo griffe importanti. Mi sento ancora amato dai tifosi"

Virdis: “Le mie solo griffe importanti. Mi sento ancora amato dai tifosi”

Un viaggio nei ricordi e uno sguardo al presente per Pietro Paolo Virdis, ospite oggi pomeriggio della diretta Instagram di Carlo Pellegatti. L’ex attaccante, che ora gestisce un ristorante di specialità sarde insieme alla moglie, ha vestito rossonero per 5 stagioni e segnato 76 gol con i rossoneri, vincendo la classifica marcatori nella stagione 1986-87. Ma soprattutto nella sua bacheca spiccano una Champions League e uno Scudetto, che decise lui: “Fu magico. La doppietta a Napoli nel ’88 è stata una ‘griffe’ importante. Questo mi accomuna con Inzaghi. Tutti gol importanti e ancora siamo molto amati dai tifosi”

Virdis è però partito da un mese prima nei suoi racconti. Era il 24 aprile 1988: Milan-Inter 2-0, stappata proprio dal sardo. “Abbiamo dominato. Non so com’è possibile che abbiamo segnato solo due gol, Walter Zenga ha fatto un figurone – racconta Virdis – segnare sotto la curva è stato fantastico. Eravamo superiori in tutti i settori del campo, giocavamo a memoria. Forse l’abbiamo presa sottogamba e abbiamo sbagliato un sacco di gol”, conclude ridendo.

Poi Virdis ricorda i compagni e gli allenatori dei suoi tempi: “Nils Liedholm era un uomo fantastico. Mi usava come esempio per dare una lezione agli altri. Era quello che rimproverava di più, forse perché ero il più esperto. Arrigo Sacchi invece ha portato le sue idee e tutto il gruppo gli ha dato fiducia. La difficoltà iniziale fu normale“.

In quel Milan c’erano tanti campioni, tanti attaccanti, ma la concorrenza è sempre stata vissuta in modo sano e stimolante. Ma il ricordo di Virdis è andato soprattutto su Haeteley: “Il mio rapporto con Mark era ideale. Lui si sbatteva su tutto il fronte, io mi muovevo lateralmente. Insieme a Ruud Gullit, è stato il mio compagno ideale

Virdis lasciò Milano l’anno seguente, dopo la conquista della Champions League a Barcellona contro la Steaua Bucarest (4-0), direzione Lecce. “Me lo fecero dire da Silvio Berlusconi. Fu buono con me, ma doveva dirmelo qualcun altro e soprattutto farlo mesi prima“.

Infine una battuta anche sul presente, concentrandosi su Zlatan Ibrahimovic: “Lo amo! Sarebbe stato divertente giocarsi insieme. Hammarby? Spero rimanga al Milan fino a 45 anni“.

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