Anche con gli spalti vuoti il Milan convince, qualche urla, tacchetti sui pali e una strana serenità. Riprende la trama della stagione rossonera, sulle note di un Milan armonioso e ora più che mai concreto e definito. Anche senza Ibra, punto fisso indiscusso e stabile. Proprio come il pubblico amico e nemico, che tanto dona ma altrettanto potrebbe togliere. A Lecce, c’è da registrare una gara coraggiosa, una corazza solida di un Milan che ha dominato dove altri hanno registrato una brusca frenata. Ogni riferimento a Juventus e Inter è chiaramente voluta.

Detto questo, chiariamo il ruolo del pubblico: fondamentale per il calcio, motore di un’economia che nel nostro Paese ha un certo valore. L’uomo in più quando si vince, una spina nel fianco – giustamente – quando le cose non vanno. La (strana) sensazione è che il Milan, a Lecce, abbia messo in campo una spensieratezza che mancava da tempo. Nessun giudizio, nessuna paura di non essere abbastanza per chi guarda, zero ansie di non fare centro o lasciare andare l’acceleratore quando necessario. E allora, ecco spuntare la semplicità: nel gioco, nella testa e nelle gambe.

Sono stati inoltre diversi i messaggi dei giocatori, i quali hanno giustamente denunciato una mancanza che si fa spesso sentire. Lontano da casa, il Milan ha quindi sentito meno pressioni. In questo caso, la spinta di un tifo che con la propria squadra lotta per non retrocedere. Quella del Lecce è una tifoseria che può destabilizzare, soprattutto se si tratta di uno spirito avversario – come quello del Milan – facile da abbattere. In attesa del pubblico e del calcio che ci piace – per davvero – il Milan si gode la meritata spensieratezza. Mentre il mondo rossonero, fuori dal campo, resta ricco di inside.